Porte che si aprono e porte che si chiudono. Ma, per fortuna (e per meriti soprattutto) del Napoli, ad aprirsi sono quelle avversarie, mentre quella azzurra è stata blindata. E pure sigillata, visto che sono tre match che Rafael Cabral Barbosa non prende gol. Mentre Higuain, sul versante opposto, ha invece ritrovato le chiavi di porta temporaneamente smarrite. E va da sé che tutta la macchina azzurra stia funzionando come mai in questa stagione. Perché se il terminale d'attacco ha ritrovato ispirazione, ma soprattutto concretezza, c'è un centrocampo che sta riuscendo a garantire i giusti equilibri, ad interfacciarsi stavolta con estrema efficacia con una difesa che pare non ballare più. E della difesa il portiere brasiliano è l'ultimo, al momento insormontabile baluardo. Ormai, secondo l'edizione di oggi del Corriere dello Sport, pare un ricordo sbiadito il Rafael che su dieci conclusioni riusciva a neutralizzarne meno della metà, mentre le altre finivano in rete. Eppure il suo omonimo, quello che siede in panca, l'aveva ripetuto più volte anche in tempi sospetti e, se andiamo a vedere, cronologicamente molto vicini. «Dategli tempo, proviene da un brutto infortunio», e con le parole ed anche con i fatti (cioè non privandosene mai), ha fatto chiaramente intendere che la Muralha da Vila, nonostante la giovane età per un portiere (24), era (anzi è) da considerare un punto fermo. Per il tecnico (che col Napoli non era mai riuscito a non prendere gol per tre partite) avrebbe riacquisito forma e reattività, ma soprattutto sicurezza, solo giocando, solo continuando in campo ad innalzare il livello di compatibilità coi compagni di reparto. Corsi e ricorsi? No, l'impressione è che Rafael si sia rimesso sul giusto binario, ricongiungendosi a quello dei miracoli di Swansea, la maledetta notte dell'infortunio.