Giocateci voi con l’ombra lunga d’un pipita e quaranta milioni di euro che svolazzano nell’aria. Giocatevi voi con l’etichetta addosso di «soggetto misterioso» e la diffidenza classica ch’è nel calcio. Giocateci voi un giorno sì e l’altro chissà quando, stando alle spalle di Higuain, portandovi appresso la zavorra del perfetto sconosciuto e galleggiando in quella nuvola colma di pregiudizio. Giocate un po’ voi e provate a segnare un gol ogni settantuno minuti, chiamandovi Duvan Zapata, la versione 2.0 del «panterone», un corazziere che s’è preso il Napoli, se lo è caricato sulle spalle (nel turn-over) e l’ha portato a spasso. Il problema, ovviamente, è nella compatibilità tra l’uno e l’altro, perché entrambi sono grandi (Higuain tecnicamente e non si discute) e grossi (Zapata fisicamente e non è il caso di dibattere). Potrebbero coesistere? Secondo l'edizione di oggi del Corriere dello Sport, el señor della panchina non s’è mai sottratto all’ipotesi, pur lasciandola scivolare nella diplomazia. «E’ una possibilità, l’abbiamo fatto varie volte a partita in corso, ma dipende da loro». In realtà, diventa complicato immaginarli nel 4-2-3-1, però la tentazione di ritoccare se stesso, talvolta, Benitez l’ha avuta; ed in altre circostanze, invece, è dipeso dalla disperazione, dalla necessità di buttare palloni nell’area e trovare un amico che ci pensasse. L’ha fatto Zapata, che è arrivato in soccorso anche di Higuain (non segna da quattro giornate). E, ma guarda un po’, avendo avuto le chanches dall’inizio con l’Empoli e lo Slovan, il colombiano le ha colte al volo. Un gol ogni settantuno minuti vuol dire, nel suo piccolo, record: perché nessuno tra quelli del campionato che ne hanno segnato più di due sono stati capaci di viaggiare con il ritmo del «panterone», e poi viaggiando a fari spenti in quella oscurità scatenata dalla figura imponente del pipita.