Massimo Giletti ha rilasciato un'intervista a Tuttosport. Il giornalista, tifoso della Juventus, ha chiaramente detto di voler subito il ritorno di Antonio Conte sulla panchina bianconera al posto di Thiago Motta. Ecco quanto evidenziato da CalcioNapoli24:
Câè da dire che la Juventus era in crisi ben prima dellâarrivo di Motta...
«I problemi sono iniziati nel momento in cui la dirigenza ha perso Marotta e non ha voluto scommettere nuovamente su Conte. Due errori clamorosi. Da lì la Juve si è smarrita, ha cambiato continuamente allenatori, persino quelli che vincevano (vedi Sarri, Pirloâ¦). Oggi la società non esiste più. Quando siamo usciti ai gironi di Champions contro il Maccabi Haifa, Andrea Agnelli è sceso dalle tribune per parlare con i media. Per metterci la faccia. Contro lâEmpoli non lâha fatto nessuno. Non avrei voluto sentire Giuntoli, ma Ferrero...».
Insomma, cosa salva di questa stagione?
«Il fatto che la squadra sia giovane e abbia margini di crescita. Quando attui una rivoluzione âverdeâ hai però bisogno di senatori che prendano per lâorecchio i meno esperti. Ricordo sempre una frase che mi disse Gianluca Pessotto: âPrima devi scegliere lâuomo e poi il giocatoreâ. Noi quanti uomini abbiamo? Chi doveva prendere in mano questa Juventus - e mi riferisco a Douglas Luiz - pensa solo a tingersi i capelli di giallo... Mi sarebbe piaciuto vedere questa squadra in mano ad Antonio Conte. Firmerei subito per prenderlo al posto di Motta. Credo che ci troveremmo a commentare tutta unâaltra Juve».
Perché ne è così convinto?
«Con Antonio le gerarchie sarebbero chiare. Questâanno la fascia è passata sul braccio di 7 giocatori diversi. Sono dettagli eloquenti. Uno scenario che non ha precedenti nella storia della Juve. Mancano punti di riferimento, leader. Come si fa a mandare via Danilo per prendere uno come Kelly?! Cento volte meglio Rugani, che - tra lâaltro - era già nostro. Fa riflettere poi che i bianconeri, con il minimo sforzo, siano a soli 8 punti dalla vetta occupata dallâInter. Unâistantanea che racconta la crisi del nostro sistema. Nella Juve vedo il malessere profondo del calcio italiano».