Armando Izzo, ex difensore del Napoli adesso al Genoa, è finito sotto i riflettori della cronaca dopo i dieci arresti effettuati ieri a Napoli - legati anche a due partite dell'Avellino che sarebbero state truccate. L'edizione odierna della Gazzetta dello Sport scrive così: "Un «jeans e una maglietta». Il ristorante La Casereccia, che già dal nome è tutto un programma. E poi una serie un po’ comica di «fratmo», «frate», «fratello», «amico nostro», «te vojo bene», perché evidentemente anche nel mondo molto «maschio» della camorra non è poi così disonorevole rivolgersi parole di affetto. [...] A Luca Pini, un ex, e Francesco Millesi, finito all’Acireale, entrambi ai domiciliari, il pm contesta la frode sportiva e il concorso esterno in associazione mafiosa. Per gli stessi reati è solo indagato il genoano Armando Izzo, l’orgoglio di Scampia appena approdato in azzurro. Per gli inquirenti, tutti e tre «si sono messi stabilmente a disposizione» del clan «... allo scopo di influire fraudolentemente sui risultati delle partite...». In particolare, Millesi e Izzo avrebbero dato un «concreto, specifico, consapevole e volontario contributo...». In generale, la lettura dell’ordinanza fornisce tutti gli elementi di una puntata di Gomorra: i capi clan, i soldati, i pusher, la piazza di spaccio, l’armiere, gli spari, i soldi, il potere e quelle grandi tavolate nel ristorante fidato con gli arredi un po’ kitsch, dove le polpette, come raccontano le intercettazioni, diventano gol su cui scommettere".