Oggi l'edizione barese del quotidiano La Repubblica ha intervistato Gigi Garzya, allenatore ed ex calciatore e capitano del Bari tra il '96 e il 2000. Tra le altre cose, Garzya ha parlato della gestione De Laurentiis a Bari.
"Sono sempre dell’idea che quando non c’è amore tra la tifoseria, la dirigenza, la proprietà e la piazza le strade vanno divise. È meglio per tutti. Conosciamo la situazione atipica, anomala e direi unica in Italia che Bari e Napoli vivono. È normale che il tifoso del Bari voglia cambiare e passare da un cambiamento per raggiungere e inseguire obiettivi diversi. Adesso gli obiettivi non ci sono. Si sta lottando per andare ai playoff, ma la domanda è: qual è l’intento della proprietà? Hanno allestito una buona squadra, più completa rispetto a quella dell’anno scorso, ma comunque non fatta per lottare per i primissimi posti come obiettivo di partenza".
Luigi De Laurentiis da qualche mese è il numero due della Lega di serie B. Crede che questo elemento possa agevolare il dialogo per l’abolizione del divieto di multiproprietà? «Non credo, il divieto mi sembra ancora nei piani della Figc. Se dovesse verificarsi questa opzione, i De Laurentiis sarebbero costretti a non nascondersi più. Ma vedere squadre con la stessa proprietà nella stessa categoria in Italia credo sia impossibile. Con Napoli e Palermo, Bari fa parte delle tre grandi realtà qui al Sud. Vedere una piazza del genere che naviga a vista in serie B, dopo aver rischiato anche la retrocessione, non può certo alimentare speranze».
I tifosi non hanno perdonato alla proprietà le cessioni di Caprile e Cheddira al Napoli. «Io mi sorprendo del fatto che qualcuno se ne stupisca. Sono imprenditori, i calciatori bravi li portano da loro e poi li valutano. Quando si ha un’azienda funziona esattamente così».
Un anno fa Aurelio De Laurentiis definiva Bari la «seconda squadra». del Napoli. «C’era bisogno che lo dicesse lui? Mica la piazza è stupida, si è capito da tempo qual è l’intento. Lui ha sbagliato i modi perché parlando in quel modo ha denigrato una società storica. Dall’altra parte c’è un Napoli che lotta per lo scudetto e tornerà in Champions League, basta questo per capire la disparità».