Ultimissime Napoli - Antonio Floro Flores ha rilasciato un'intervista al Corriere dello Sport
I primi calci nella sua Napoli: una città che le ha dato tanto, ma che ha pure provocato grossi dispiaceri.
"Nel 2004, dopo il fallimento del club, qualcuno della società disse in giro che avevo rifiutato di ripartire dalla Serie C. In realtà non mi vollero loro. Avevo 19 anni, ho pianto e sofferto in silenzio, sono stato cacciato dai ristoranti di Napoli, mi hanno danneggiato l’auto sotto casa dei miei genitori. Da idolo sono diventato un nemico. Io, che ho il sangue azzurro nelle vene".
In tanti ricordano il suo no alla Juve e l’esperienza al Sassuolo del presidente Squinzi.
«Ero giovane. Fossi andato alla Juventus, magari avrei avuto una carriera migliore, ma non avrei giocato titolare. Non rinnego quella scelta. L’unica decisione affrettata l’ho presa per colpa di Guidolin, ai tempi dell’Udinese. Non andavamo d’accordo, scappai da lui e accettai l’offerta del Granada. Furono sei mesi difficili e tornai al Genoa. Il Sassuolo? Un raggio di luce in un periodo buio. Sarò sempre grato al presidente Squinzi, uomo d’altri tempi. Mi sono sempre chiesto cosa c’entrasse con il mondo del calcio. Ricordo che, dopo il 7-0 con l’Inter, anziché urlarci contro per la sconfitta, ci sorrise. Era dispiaciuto, non per il risultato, ma perché avevamo perso contro l’Inter: era un grande tifoso del Milan. Sognava di portare il Sassuolo in Europa e ci è riuscito".