Bravo Ancelotti, bravo. Come avevo anticipato nella mia rubrica della scorsa settimana, l’inserimento di Allan avrebbe potuto risolvere tutti i problemi del centrocampo. E così è stato. Il brasiliano è stato stratosferico, inarrestabile, generoso. Insomma è stato l’uomo chiave che ha consentito al Napoli di battere meritatamente la Lazio dopo una partenza sotto tono che mi aveva fatto temere il peggio. Invece alla distanza è venuta fuori la squadra di...Sarri che ha imposto il suo gioco con piccoli necessari accorgimenti tattici. Una squadra più attendista e più contropiedista, una squadra che si difende meglio e attacca di meno, con un numero limitato di tagli per Insigne e Callejon ma molto pratica ed essenziale. Ancelotti ha badato al sodo, lasciando in panchina i nuovi acquisti Verdi e Ruiz, ed ha preferito non rischiare nulla al debutto in campionato. Ha sfruttato al meglio i due tridenti a disposizione a centrocampo: quello iniziale con Allan-Hamsik-Zielinski in un Napoli propositivo e quello con Allan-Diawara-Rog in un Napoli di contenimento. Insomma il nuovo tecnico ha preferito ripartire dalla squadra dei record, che è quella dei 91 punti della scorsa stagione con il solo inserimento di Karnezis tra i pali, che, in verità , se l’è cavata abbastanza bene, nonostante la non brillante prestazione del tandem Albiol- Koulibaly. La nota positiva, al di là di Allan, è stato certamente Milik che ha sfruttato quelle poche palle giocabili, segnando due gol (uno annullato dal Var) e sfiorando la doppietta. Bravissimo Insigne nell’indovinare il suo classico tiro a giro, ma la condizione buona è di là da venire. La Lazio? Una partenza aggressiva, meritato il vantaggio con Immobile, poi a tratti è sembrata una squadra fantasma che passeggiava in campo, tanto da lasciare agli avversari il comando del gioco e i tre preziosi punti. Ora non ci resta che vedere stasera quanto vale questa nuova Inter, dopo aver “ammirata” la vecchia Signora, che, purtroppo, non muore mai...