Come riporta l'edizione odierna de Il Mattino, si è smarrito Callejon, zero gol e zero tiri nello specchio della porta nelle ultime quattro partite. Le prime avvisaglie contro la Fiorentina, il crollo vero e proprio di ritorno dal doppio impegno con la nazionale spagnola. Un contraccolpo negativo: scarico Josè dopo aver toccato con mano il grande sogno, la prima convocazione con la nazionale di Del Bosque. Giù di corda e giù di tono, un calo incredibile, vertiginoso, improvviso. La brutta copia dell’attaccante ammirato fino agli impegni con la Spagna, inguardabile contro Cagliari, Sparta Praga e Sampdoria, solo un tiro e fuori dallo specchio proprio al Ferraris. Sotto ritmo e poco lucido, molto lontano dall’area avversaria e privo d’incisività. Da marziano a attaccante normale, Callejon è tornato sulla terra. E ha perso lo scettro del titolo di capocannoniere, ora il numero sette azzurro segue lo juventino Tevez, primatista con nove gol. A ridosso lo spagnolo, a una sola rete, quella che manca da cinque partite, la rete del raddoppio alla Roma, il primo novembre. Più di un mese senza reti in azzurro, un record in negativo, mai un digiuno così lungo. Una fase d’involuzione, la stessa vissuta a inizio stagione quando Callejon, distratto dalle voci dell’Atletico Madrid, fu molto deludente nelle due partite del preliminare di Champions League contro l’Athletic Bilbao. Ogni tanto si concede una pausa anche uno stakanovista come lui, sempre presente tra campionato e coppe in questa stagione insieme a Rafael e Higuain (20 presenze): il fedelissimo di Benitez, in un anno e mezzo ha saltato una sola partita contro il Sassuolo, la scorsa stagione. Un calo fisiologico, normale, naturale: Callejon ha bisogno di ricaricarsi per tornare il superman di sempre. Fame di gol nel match all’ora di pranzo, lo spagnolo pronto a imbandire la tavola contro l’Empoli. La crisi di novembre, il mese nero di Josè ,il punto più basso della stagione dal rendimento fin qui sempre al di sopra della media. La settimana tipo di lavoro più aiutarlo: niente partite ravvicinate, cinque giorni pieni di allenamento, un lavoro mirato anche dal punto di vista atletico. Tabella di lavoro personalizzate sulle condizioni dei singoli azzurri, oltre agli allenamenti di gruppo con il pallone, quelli tecnico-tattici. Non un ulteriore sovraccarico, bensì una razione rigenerante per smaltire tossine e ripresentarsi al massimo contro l’Empoli. Un ruolo particolare, di grande sacrificio, Callejon fa su e giù la fascia mille volte, copre in fase difensiva, rientra a formare la linea a quattro di centrocampo e se occorre si scambia di posizione con Maggio. Un interprete perfetto per il 4-2-3-1 di Benitez, ideale per gestire al meglio la doppia fase e garantire sempre l’equilibrio tattico al Napoli. Un dispendio di energie enorme dal punto di vista fisico e mentale, ecco perché ogni tanto l’ex Real Madrid è costretto a rallentare e a tirare il fiato. Una velocità ridotta e numeri non da Callejon: zero gol nelle ultime cinque partite e soprattutto media preoccupante in riferimento ai tiri in porta e alla sua capacità d’inserirsi e colpire. Un Callejon con il freno a mano tirato è un’immagine inconsueta, un fatto insolito per il Napoli, un’inversione di tendenza in negativo, il mondo capovolto nell’universo azzurro. Il bomber, quello che ha segnato un gol in più di Higuain, si è fermato di colpo e con lui si è fermato il Napoli. Lo spagnolo è entrato in crisi e la squadra di Rafa ha pareggiato le ultime tre partite mostrando un atteggiamento molto difensivo nelle ultime due trasferte contro Sparta Praga e Sampdoria. Il momento negativo tradotto in immagini delle ultime esibizioni: spento e troppo lontano dalla porta avversaria. Con l’Empoli l’occasione per la svolta.