Scrive Maurizio De Giovanni nel suo editoriale per il Corriere del Mezzogiorno: "Siamo d’accordo: brucia ancora, e probabilmente brucerà a lungo. A prime punte invertite, e immaginando che gli investimenti effettivamente compiuti sul centrocampo fossero stati fatti comunque, con grande probabilità le distanze attualmente esistenti tra le due rose sarebbero state ridotte di parecchio se non azzerate; e col gioco predisposto dalla Panchina d’Oro il suddetto signore avrebbe forse migliorato il fantasmagorico precedente record di gol segnati nell’anno. Però il calciatore ha fatto altre scelte, e la società si è assai velocemente adeguata alle suddette beneficiando di una gran quantità di denaro. E comunque cosa fatta capo ha, e discuterne ancora è soltanto autolesionista. Per carità, ci rendiamo conto che l’argomento è gustoso: i soldi contro la passione, il potere finanziario contro il cuore della tifoseria, il progetto vincente contro l’amore puro. Ma oggi il nostro Napoli si appresta ad affrontare il crocevia della stagione, il momento fondamentale che probabilmente orienterà il futuro di breve termine e non ci si può far distrarre da niente. Si corre insomma il rischio di pensare ad altro, di farsi prendere da un fischio o un ululato da fare al minuto settantuno invece di pensare. Questo primo scontro è fondamentale: i rivali giallorossi hanno avuto ieri sera una comoda partita interna con un Empoli la cui debolezza, al di là del black out finale di prammatica, abbiamo testato di recente.
Mancando la vittoria casalinga contro la corazzata bianconera, insomma, perderemmo facilmente contatto con chi ci sta davanti in un momento del torneo in cui conta tantissimo ogni singolo punto. Inoltre vincere conferirebbe l’autostima necessaria ad affrontare con consapevolezza e convinzione il secondo match, quello che dà l’accesso alla finale di coppa Italia, unico trofeo ancora in discussione per quest’anno. Il divario tecnico esiste, inutile sostenere il contrario. Nell’ottica di un campionato intero e di trentotto partite, la Juventus non appare avvicinabile. Un San Paolo stracolmo di appassionati tifosi, che prima o dopo i novanta più recupero abbiano la civiltà e l’intelligenza di manifestare eventuali antipatie solo con la voce, senza essere inutilmente offensivi o peggio. Per favore, non diamo modo a opinionisti prevenuti o a giornali partigiani di criticare Napoli: siamo stufi di questi pregiudizi".