L'ultima volta che ho detto “attenti, arriva Reja”, a Napoli mi hanno riso in faccia. Benitez a parte - ennesima rivelazione di pochezza - son molti a ragionare calcio partendo da ipotesi di spettacolo (bello quello di iersera, vero?) incapaci di cogliere l’essenza del gioco, che è risultato, vittoria, crescita continua, soprattutto quando si ha la fortuna di poter vedere in campo fior di giocatori. E lo ribadisco, questo concetto, perché è anticalcio farsela con i protagonisti del campo, spesso mandati allo sbaraglio fino ad apparire addirittura inferiori all’Atalanta che naviga sul fondo ed è passata in vantaggio quand’era in dieci con un Pinilla sfuggito ai desolanti controllori azzurri. Oggi l’alibi di Benitez è la rabbia contro gli avversari a suo dire favoriti dall’arbitro, continuo a pensare che dovrebbe essere arrabbiato con se stesso; oggi la speranza di Benitez, superato dalla Lazio e dalla Sampdoria (quest’ultima sicuramente meno dotata di campioni) è vincere l’Europa League per entrare in Champions. L’attesa non sarà lunga, ed è sperabile che ce la faccia, per il bene del Napoli (soldoni) e per il suo curriculum di Re di Coppa: ma resta il film di un campionato (due?) buttato via con disprezzo del calcio vero, ch’è fatto di difesa come d'attacco: basta ricordare quel gol fallito da Britos perchè davanti a sportiello c’era Denis, il Tanque della difesa. Per ulteriori informazioni, rivolgersi a Zeman. In questa strana domenica di notte la Juve gioca da sola e fa un altro passo verso lo scudetto. Dietro la Signora, un altro campionato, giocano in sei per la Champions: la Roma a Cesena, affaticata e angosciata, difende la seconda piazza con un gol a del rinato De Rossi; la Lazio dà spettacolo all’Olimpico, piega il Verona con Anderson e Candreva, resta in agguato a un punto dai giallorossi; Sampdoria eccellente, Mihailovic dà lezione a Mancini e batte l'Inter con una punizione capolavoro del neo azzurro Eder; è l'assoluta novità, supera il Napoli allontanandolo dalla zona Champions mentre il suo presidente Ferrero impazza in tribuna; Benitez - come dicevo - sbaglia partita, l’Atalanta del vecchio Reja anche se in dieci riesce ad andare in vantaggio finchè non arriva “San Gennaro” Zapata a pareggiare; ed ecco, a 46 punti - uno solo dal Napoli - la Fiorentina protagonista di una vivacissima partita a Udine, due gol di Mario Gomez, ma i più agguerriti (e sfortunati) sono i friulani. Il campionato in notturna è vivace, anche bello: ci piangiamo addosso ma dietro la Juve solitaria si risveglia un torneo più che decoroso proprio mentre gli snob si mettevano in poltrona per godersi Barcellona- Real che avrebbe dovuto darci una lezione d'alta classe non pervenuta. Niente lezioni dall’Inghilterra, sparita dalle Coppe europee senza che la critica tafazziana prendesse lutto. Il fenomeno del giorno è Mihajlovic, forse l'unico appetito dalle “grandi” in amarezza, vedi Napoli, Milan e - perchè no? - Inter, vista la gestione fallimentare di Mancini che sta riuscendo nel miracolo di far rimpiangere Mazzarri: la simpatia non fa gol e la Beneamata perde il confronto anche con il Milan. L'altro Maestro in panchina, Edy Reja, protagonista nella Napoli che gli deve la Vita Nuova.