Complimenti al Chievo. E applausi al Napoli che grazie alla vigorosa e brillante opposizione dei veronesi ha giocato una partita magistrale. Degna di una squadra da scudetto. Sapevamo già che non ci sono più dilettanti allo sbaraglio, in questo campionato che molti dicevano impoverito dal proceder lento della Juve, del Milan e dalla stentata eppur insidiosa presenza di un’Inter catenacciara simile a quella ostentata da Mourinho. La Signora, già Bella Addormentata, s’è svegliata ricorrendo alle virtù di Dybala, l’Altro Argentino che nonostante Allegri sogna di diventare Higuaìn; ma di Pipita ce n’è uno solo e il Napoli ha avuto la fortuna di riacquistarlo l’estate scorsa, ritrovandoselo, dopo la cura Sarri, bello e potente come il giorno in cui arrivò nella città che l’ha subito amato e oggi grida il suo nome. Insieme a quello di Sarri. Saliva al cielo l’urlo dei tifosi, al Bentegodi, e sembrava d'essere a Fuorigrotta - “Higuaìn- Higuaìn-Sarri-Sarri” - quando dopo un’ora di schermaglie il Pipita ha colto al volo il suggerimento di Ghoulam dalla sinistra e ha spedito la palla fra le mani dell’onnipresente Bizzarri, bucandogliele e aggiungendo un capolavoro a quelli già offerti al suo popolo sognante. Dopo avere colpito due pali che non l’hanno frenato: lo si è visto sorridere e caricarsi pronto alla prossima cannonata. Il Napoli ha ritrovato Higuaìn e Callejon, proprio come quando al loro arrivo insieme a Benitèz si parlava di scudetto: sono entrambi usciti dall’ombra e dallo sconforto che li aveva indotti a sperare in un trasferimento verso lidi vittoriosi tornando ad essere i trascinatori di un gruppo favoloso insieme a Insigne, a Hamsik, all’intero reparto difensivo gestito da Reina (un solo errore in tutta la partita e i compagni hanno evitato il gol del Chievo), al centrocampo potenziato da Jorginho e Allan. Ma ci sono applausi per tutti per aver saputo evitare gli insidiosi slanci in contropiede dei veronesi: so che ai palati fini non piace, ma il contropiede è una delle armi più spettacolari e pericolose del calcio d’ogni età; e stavolta va detto che Maran ha saputo utilizzarlo meglio di Sarri che anzi ha rischiato di restarne vittima; sta di fatto che al Chievo mancano risolutori abili e potenti come Higuaìn ed ecco perché ha perduto una partita giocata meglio di altre vittime dei killer azzurri, dico della Juve, della Lazio, della Fiorentina. È vero che gli esami non finiscono mai ma quello del Bentegodi era importantissimo dopo le difficoltà palesate dal Napoli con altre provincili come Sassuolo, Carpi e Empoli. Il lavoro di Sarri mostra due aspetti significativi che spiegano le vittorie che in un crescendo rossiniano l’hanno portato alle spalle della Roma: condizione fisica eccellente e assenza di infortuni sono i frutti di un’estate operosa mentre le più illustri cicale si giocavano in mezzo mondo lo scudetto d’agosto. Fra poche ore Napoli-Palermo, e ancora Genoa-Napoli, occasione per consolidare il posto in classifica. Poi, via libera ai sogni...