Il consigliere del Csm Antonello Ardituro è un convinto sostenitore del Napoli. In qualità di pm antimafia è stato l’autore delle principali inchieste che hanno svelato i rapporti tra alcune sigle di tifosi e le organizzazioni criminali: "Purtroppo la situazione negli stadi è questa ed è nota da molti anni. à stata peraltro ricostruita da provvedimenti giudiziari anche definitivi. à chiaro che episodi come gli scontri avvenuti durante Napoli-Sampdoria richiamano l’attenzione dell’opinione pubblica perché vengono occasionalmente accostati a quello che succede in città , mi riferisco alla drammatica ripresa di omicidi che coinvolgono anche persone giovani".Â
Ha ragione Cantone quando suggerisce di applicare il Daspo a chi è condannato anche in primo grado per associazione mafiosa?Â
«Sì, anche se l’ambito di applicazione del Daspo si è già di molto allargato. Certamente si deve fare di più. Ma soprattutto occorrerebbe poter contare su stadi e misure che consentano di effettuare controlli sull’applicazione e sul rispetto del divieto. E il San Paolo non offre queste garanzie».Â
Uno stadio piccolo, magari con i posti assegnati quasi esclusivamente ai soci, potrebbe determinare la svolta?Â
«L’ho sempre sostenuto: occorre uno stadio diverso. Che, innanzitutto sorga in un luogo adatto a consentire i controlli. Non Fuorigrotta, per capirci. Strutture più piccole con segmentazione dei settori. L’edilizia sportiva è una delle principali questioni da risolvere in materia di ordine pubblico. Militarizzare gli stadi aggrava il problema. Uno stadio militarizzato è uno stadio non si può portare un bambino piccolo o la famiglia».Â
Che contributo potrebbe offrire la società ? «Prendere con chiarezza le distanze da certi episodi. Il presidente della Lazio Lotito lo ha fatto. Ma anche la Federazione dovrebbe fare di più. Finora si è mostrata troppo debole».Â