Fabrizio Corsi, presidente dell'Empoli, ha rilasciato una lunga intervista a Il Mattino con diversi passaggi dedicati a Maurizio Sarri. «Lo ammetto. A un certo punto sono stato tentato di cacciarlo: avevo 4 punti dopo nove giornate e qualche dubbio cominciò ad assalirmi. Ma mi girai intorno e mi dissi: ”ma dove vado, qui come lui non c’è nessun altro”. È stata la mia fortuna. Lui è un testone. Uno con cui non si può ogni tanto non avere qualche discussione ma non ho litigato mai perché alla fine, alla sua maniera, sa ascoltare. E poi raramente ho trovato giocatori così disposti al sacrificio come con lui».
Pure lui ha dato molto: in pratica solo con le plusvalenze di Hysaj e Valdifiori l’Empoli si paga il monte ingaggi di quest’anno. «È riuscito a ottenere il meglio da tutti. Ho lavorato con tanti allenatori, ma in pochi riescono ad ottenere dai giocatori la stima che riesce ad avere lui in poco tempo. Tutti restano affascinati dal suo lavoro maniacale, dalla cura dei dettagli, dallo studio delle situazioni e degli avversari. Quando arriva alla partita, la squadra conosce a memoria pregi e difetti di chi ha davanti».
Perché non ha dato Saponara a De Laurentiis? «Perché il ragazzo ha capito che stare un altro anno qui lo renderà ancora più forte. Ma gli ho dato Valdifiori».
Quando ha capito che Sarri era un fenomeno? «Dopo il pareggio all’Olimpico con la Roma e dopo il 4-1 al Napoli di Benitez. Non sapevo che parole usare per complimentarmi».