Magari sarà la testa: ed allora servirebbe Freud; ma forse è anche la conseguenza (inevitabile?) d’un mercato che in estate non è stato (realmente, concretamente) allestito: e dunque sarebbe necessario muoversi; però è anche una questione di gambe, di uomini, di modulo sfilacciato: ed allora toccherà a Benitez metterci le mani e inventarsi una formula magica che ricostruisca un Napoli (pure nell’anima) e lo riconduca a se stesso. Magari è tutto questo o anche altro, però l’irritazione di De Laurentiis è ai massimi storici e la “passeggiata” nello spogliatoio serve per mostrare la propria espressione infastidita, la rabbia e il desiderio di avere risposte: per il momento si va in ritiro, a Castelvolturno, dove s’approda direttamente da San Siro, e poi si vedrà quel che accadrà. Però, secondo l'edizione di oggi del Corriere dello Sport, qualcosa è cambiato, eccome, tra il Napoli del primo novembre, quello che ha dato spettacolo allo stato puro con la Roma, e quella fotocopia sgualcita che esce da San Siro nel buio più assoluto, “ferito” e strapazzato innanzitutto dalla propria incapacità di mostrarsi, ch’è racchiusa da Benitez in un malessere, uno su tutti. «Ora non facciamo gol, la differenza sta tutta qua. Dopo la partita con la Roma o fino a quel punto e anche dopo, non si diceva che fossimo così distanti dall’anno scorso: invece adesso abbiamo varie difficoltà, ma innanzitutto quello di segnare. Eppure creiamo...».