Il 4-2-3-1 di Benitez. E’ la scelta, più che il destino, di chi vuole giocarsela ovunque e contro tutti. E infatti segna. Come mai nella storia del Napoli. Centoquattro reti stagione 2013/14, record di sempre. E due (circa) a partita anche quest’anno. Tanti gol fatti. Ma li prende pure. E sono troppi anche questi. I numeri distaccati dalle opinioni: trentanove reti subite nel campionato scorso, di fatto uno ogni novanta minuti. Ventiquattro già ora: media 1.33. Quattro nelle prime due di quest’anno. Nove quelli in trasferta. Meno che in casa: quindici.Â
Come riporta l'edizione odierna del Corriere dello Sport, Napoli dodicesima difesa della Serie A con Udinese e Atalanta. Peggio hanno fatto soltanto sei squadre. E per chi aveva la Champions come obiettivo minimo, ci può stare anche qualche riflessione. Gli equilibri, innanzitutto. Precari. Poi il valore dei singoli. Ma pure l’atteggiamento. I cali di tensione. Black out totali. Questione di testa, insomma. E anche di centimetri, in ogni senso. Fuorigioco, sviste, dubbi e bandierine che restano giù. Ma ancor più, e peggio, i gol presi di testa o su palle inattive. Da Aduriz del Bilbao a Pinilla a Marassi. E anche Belotti, Denis, Guarin, Hernanes, Farias, Rugani, Bonaventura e Brienza. Troppi ancora per stare lassù e competere davvero. E allora, lavoro. La solita razione anche questa settimana. Ore di allenamenti e lezioni in sala video. Raccomandazioni, movimenti e meccanismi. E la conoscenza dettagliata dell’avversario. Teoria però da applicare. Maggio, Albiol e Koulibaly i titolari certi: fisicità , esperienza ed esuberanza. Strinic l’opzione a sinistra.