Due strade parallele che non si sono mai incrociate e probabilmente mai lo faranno. Due personalità agli antipodi, due uomini testardi e anche un po’ narcisi, il cui rapporto è stato messo ancora una volta a dura prova dalla sfida della storia tra Napoli e Real Madrid. Maurizio Sarri e Aurelio De Laurentiis, uniti soltanto nel nome della «grande bellezza» del gioco di una squadra terza in campionato, in semifinale di Coppa Italia e rispettata nei confini nazionali. Come scrive il Corriere della Sera: "Il resto è una guerra fredda che si consuma a colpi di reprimende del presidente e di risposte piccate dell’allenatore, che non tollera invasioni tecniche. Destinati a lasciarsi? Stava per accadere a giugno, quando Sarri aveva pensato (più o meno legittimamente) che il mondo del calcio fosse ai suoi piedi e che un contratto di ottocentomila euro l’anno non fosse adeguato. Era prigioniero di un quadriennale che non gli lasciava molti margini, riuscì a rinnovare cifre e tempi, ma soprattutto a inserire una penale non altissima (per il 2018) con la quale può «liberarsi».
Eccola la variabile che può cambiare il corso delle cose. Per mettere la parola fine ai botta e risposta fastidiosi e anche inopportuni. Un rituale: De Laurentiis rivendica la priorità dell’azienda Napoli rispetto alla gestione sarriana della rosa e l’altro si risente, ma poi non va oltre l’invito a lavare i panni sporchi in famiglia".