Una domenica da ricordare. Mentre tutte le rivali rallentano, il Napoli vince, arriva a meno 3 dal secondo posto (con la sfida alla Lazio in agenda per l’ultima giornata), è in uno stato di grazia totale, gioca grande calcio, segna a nastro (10 gol nelle ultime 3 gare, 16 in 5 con l’Europa League) e ritrova, insieme ai noti mastri calciatori Higuain e Gabbiadini, anche Lorenzo Insigne. Il 4-2 che stende una Samp, collassata dopo tanto stare in alta classifica senza bombole, è pura sostanza che dovrebbe sospendere, almeno temporaneamente, le chiacchiere sul futuro di Benitez e concentrare squadra e città su un presente con due obiettivi ancora ben nitidi all’orizzonte. Quanto a Mihajlovic, se davvero sarà lui il successore di Rafa al San Paolo, almeno si consoli: con questa base, e magari con la Champions da giocare, qui si divertirà .Â
Modulo uguale, guardarsi allo specchio e non riconoscersi. Tanto fluiva infatti il gioco del Napoli, quanto incespicava quello della Sampdoria. Eppure, dopo 12 minuti, era lei a segnare. Merito di una giocata perfetta di Soriano che, con una giocata vagamente «tottiana», trovava Eder sulla destra alle spalle di Ghoulam, cross teso e Albiol, per anticipare Okaka, faceva autogol.Â
Qui il Napoli è stato bravo a non deragliare. Contro una Samp bassa bassa che per l’occasione rispolverava il famoso Eto’o terzino della grande Inter di Mourinho, i Rafa Boys sono ripartiti sereni. Corsa, manovra, tecnica, occasioni (Callejon fermato da Viviano, David Lopez alto), infine anche fortuna al 31’: su tiro senza ambizioni di Gabbiadini (oltretutto di destro), Viviano, fino ad allora e dopo allora il migliore dei suoi, si è fatto passare la palla sotto le gambe.Â
Era il momento di affondare e infatti 3 minuti dopo il Napoli ha raddoppiato: tocco di Callejon, invito di Higuain, tacco di Gabbiadini e destro fulminante del Pipita. Spettacolare. Come i 16 tiri nei primi 45’, record finora del campionato.Â
La Samp era alle corde, il tappeto lì ad aspettarla impaziente. Ci finiva al 2’ della ripresa quando Insigne ha intercettato un assurdo passaggio di De Silvestri, ha puntato senza opposizione la porta e dal limite ha colpito. La gara finiva lì e il rigore di Higuain (fallo di De Silvestri su Hamsik) e la splendida stangata di Muriel, erano superflui.Â
Il vero sigillo era la rete di Insigne, dai potenti significati simbolici. Il 9 novembre 2014 Lorenzo si era infatti rotto il crociato del ginocchio destro, la stagione pareva finita e invece è stato capace di ritornare. Le sue lacrime sono giustificate. Per la Grande Rimonta ora c’è anche lui.