Non è semplice. Ma Sarri ha le idee chiare. Oggi esistono le sue gerarchie nello spogliatoio del Napoli, peraltro sovvertite rispetto a qualche mese fa. Ma la qualità è talmente alta che il tecnico toscano prima di definire la formazione valuta ogni dettaglio. Rispetto all’Empoli è maggiormente in imbarazzo sugli attaccanti da schierare dal primo minuto, ma a Napoli non c’è tempo per gli esperimenti e allora può valere la pena di tener fede ai propri punti fermi. Che sono due in questo momento: Insigne trequartista e Mertens seconda punta. Non hanno fatto benissimo a Reggio Emilia contro il Sassuolo ma solo insistendo sugli stessi interpreti sarà possibile dare continuità ad un’idea di gioco. La scelta non è semplice e neanche troppo impopolare, Insigne e Mertens fanno parte a pieno titolo del progetto Napoli ed entrambi, secondo le idee di Sarri, possono essere funzionali in quei ruoli. Higuain deve ritrovare la condizione e dopo la gara con la Sampdoria raggiungerà la sua nazionale e sarà assente per dieci giorni. Tenerlo a riposo sarebbe praticamente inutile. Lui domenica sarà al suo posto. Ed ecco il primo problema: Gabbiadini. Potrà mai, l’attaccante bergamasco, metabolizzare appieno di essere solo un’alternativa ad Higuain? Ha scelto di restare e ha messo la parola fine alle polemiche, ma è evidente che proprio domenica contro la sua ex squadra non vorrebbe recitare ancora una volta il ruolo di panchinaro. E allora, l’unico modo per mettere in difficoltà (o in imbarazzo) Sarri sarebbe quello di lavorare in allenamento, dimostrare al tecnico che la seconda punta può farla anche lui e magari con risultati anche migliori di quelli che Mertens ha garantito finora. Una chance in più potrebbe averla proprio perchè è un ex della prima gara di campionato al San Paolo. Ed è una condizione che per il «freddo» Gabbiadini potrebbe essere un valore aggiunto. Resta un altro enigma da risolvere, Josè Maria Callejon. Lo spagnolo è rimasto al Napoli, pare, in maniera convinta. Nessuno ha mai messo in discussione la sua professionalità e, per la verità, chiamato in causa nel secondo tempo contro il Sassuolo, le ha provate tutte pur di rimediare alla sconfitta. Da pupillo di Mourinho, intoccabile di Benitez ad alternativa di Maurizio Sarri. Scendere a patti con questa realtà non è semplice, ma fidasi del proprio allenatore significa anche saper aspettare il proprio momento. Callejon vuole restare, ma una porticina di mercato per lui resta sempre aperta. Se in quest’ultima settimana, pochi giorni ormai, arrivasse un’offerta importante che si avvicinasse in maniera significativa al valore della clausola di trenta milioni indicata da De Laurentiis, sarebbe un’occasione da non perdere. Per ora gli attaccanti sono sei e le maglie sono tre. E non sempre sarà necessario alternarli tutti tra il primo e il secondo tempo. La continuità è la scelta di Sarri. Scelta difficile.