Più che una vittoria, il puntiglioso professor Benitez cercava una rivincita. Ha vissuto la terzultima partita del girone I di Europa League in chiave personale. Non aveva perdonato le critiche per il disastro tattico di Berna. Un turnover esagerato. Perché non vi fossero equivoci ha cambiato ieri la squadra nella stessa misura. Solo tre i titolari dell’ultima partita, quella che ha cancellato Roma e crisi. Nella metamorfosi stavolta positiva non rientra solo il portiere: Rafael è ormai insostituibile, essendo recluso in panchina il misterioso Andujar. E dire che fu acquistato con larghissimo anticipo. I casi del calcio.
Smentendo il libro di Richard Mason, il vento sa leggere. Nella mente di Benitez, almeno. E gli regala il primo dei tre gol di De Guzman. Un cross dalla sinistra che all’improvviso perde quota: il lunatico scirocco lo abbassa, per infilarlo nell’angolo alto della porta. Premia De Guzman: il sostituto di Hamsik si era mosso abbastanza, ma senza risolvere il grande rebus della squadra. Chi organizza il gioco?
Una formazione rivoluzionata doveva essere rilegata come le pagine sparse di un libro. Non l’ha fatto De Guzman, né Inler che schierato accanto a Gargano nel tandem di mediani aveva il compito di indirizzare il gioco, e con un tocco e via, come bene aveva fatto il centrocampo contro la Roma con Jorginho e David Lopez. Inler segue invece solo il suo istinto: ascolta il piccolo bomber che è in lui. Avanza solo per tirare da lontano. Per la gioia degli attaccanti che avvertono una costante esclusione. Correre a vuoto non piace a nessuno.
Non ha mai cercato una chiave tattica lo Young Boy, quinto a 11 punti dal capolista Basilea, turbato da tre sconfitte consecutive. Con un 4-3-3 molto raccolto, ha isolato il pericoloso ma lento Hoarau, finito sotto la stretta vigilanza di Koulibaly. Gli svizzeri hanno patito la palese superiorità del Napoli, quando nella ripresa ha guadagnato venti metri. Uno scatto decisivo. Passa dalle lunghe incursioni di Insigne sulla sinistra nel primo tempo, ad una pressione autoritaria: ne deriva maggiore frequenza di tiri, pur con troppi errori. La dominante posizione in campo è favorita da un fortuito cambio: il propositivo Ghoulam ha rilevato Britos, pedina inutile se la squadra non ha niente da temere in difesa e lui gioca da quarto a sinistra. È regalato agli avversari.
Con il dominio del gioco, prende quota anche Zapata nebuloso nel primo tempo: è lui che prepara il raddoppio di De Guzman prima di cedere il posto a Higuain. Come previsto, a disagio Mertens sulla destra. La coesistenza ha favorito solo Insigne, a suo agio a sinistra, lui sì. Con Martens a sinistra, Higuain al centro, Callejon a destra il Napoli ha ripreso la sua fisionomia, cancellando dal campo e dalla memoria lo Young Boys. Almeno la ripresa meritava un pubblico più ampio. Un giorno o l’altro il club si accorgerà del disamore che rischia, gli basta fare l’inventario degli errori nella sua più grigia estate.