Notizie Calcio - Di seguito vi proponiamo l'editoriale del giornalista Antonio Corbo sulle pagine dell'edizione odierna de La Repubblica.
Nella notte del 5 novembre il Napoli si è spaccato su una parola. Ritiro. Accadde di tutto, forse anche più di quanto sia stato riferito. Il pareggio con il Salisburgo segna lâinizio di una crisi mai risolta. La squadra che si rifiuta di tornare a Castel Volturno, il vicepresidente Eduardo figlio del presidente che subisce i toni irati di Allan e il sarcasmo di Insigne, Ancelotti che scarica i giocatori, risale nel pullman per obbedire alla società e salva il futuro suo e dei familiari. Nessuno osa parlare ancora di ritiro. Anche quando sembra opportuno per riportare uno stile di operosa comunità in un Napoli ormai fuori controllo. Sabato forse era indispensabile. La settimana offre le due partite più delicate di questo oscuro inverno: con il Perugia domani in Coppa Italia e la Fiorentina sabato in campionato al Napoli è vietato sbagliare. Come chi vive sul ciglio di un burrone. La sconfitta con la Lazio ha lasciato troppe cose da chiarirenel rapporto dolciastro tra Gattuso e la squadra. Non può essere dâaiuto stavolta la società che ha già scelto una sua traiettoria: programmare una nuova stagione con Gattuso o Juric, ma soprattutto salvare i conti fermando la svalutazione dei migliori. Il talento di Fabian Ruiz era al centro di unâasta tra Barcellona e Real Madrid, oggi câè solo un ragazzo incompreso e stremato da un ruolo non suo. Meret è un gioiello opacizzato dalle imperfezioni che reclama una superiore guida tecnica. Koulibaly precipita dai 120 milioni rifiutati da De Laurentiis per non indebolire il Napoli ad un dolente gregariato tra errori sul campo e sosta nella sempre più gremita infermeria del Napoli. Ha già troppi crucci De Laurentiis quindi perché possa dedicarsi a quel che resta della squadra. Deve provvedere Gattuso, e solo lui, in una settimana che pone scadenze cruciali.
- 1) Attribuirsi lâerrore di Ospina è un bel gesto, richiama belle storie di solidarietà tra alpini. Ma dalle leggende del Piave è passato oltre un secolo. âà colpa mia, perché ho chiesto di passare spesso il pallone al portiere e al portiere di avviare lâazioneâ. Ospina ha tentato nellâarea deserta di superare in dribbling un attaccante che aveva appena segnato non uno, ma 19 gol. Indifendibile. Passare al portiere è una soluzione, ma il Napoli eccede nel retropassaggio rivelando qualche insicurezza di troppo.
- 2) Gattuso ha trovato un mucchio di gusci vuoti, per modesta preparazione atletica. La nuova cura dà evidente energia. Lode a lui e al suo staff. Ma se Callejon ha altri motivi per non trarne benefici, inutile tenerlo in campo. Le conseguenze: la squadra non sce dalla fase difensiva, non riparte a destra e Milik rimane isolato.
- 3) Migliora Insigne. A lui Gattuso dedica la massima attenzione. Con Di Lorenzo difensore centrale dà spazio anche a Hysaj, che con Mario Rui è un fedele amico del capitano. Ma la ripresa di Insigne, attesa da tutti, non esclude il massimo impegno per recuperare il disperso Mertens e Lozano, schierato sabato solo nei tre minuti di recupero.
- 4) Si sono aggiunti Demme e Lobotka. Vanno inseriti. Ne trae profitto Fabian Ruiz per liberarsidi un ruolo non suo: non ha i tempi per distribuire e far ripartire la squadra. Ma è di valore assoluto: non a caso, il migliore agli Europei Under 21. Ecco il primo per invertire la tendenza. Il Napoli si risolleva subito se smette di bruciare i giovani migliori. Gattuso ha lealtà e competenza per riuscirvi. Quanta fatica per lui, se lâaspettava?