Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: Buongiorno Europa, il Napoli c’è. Com’è facile amare Kiev, dall’Ucraina in Portogallo, da Est arrivano le notizie che solo due grandi, oneste squadre hanno finto di ignorare. Hanno giocato con coraggio e paura, con ambizioni e qualche tremore, senza calcoli né complicità . Nel primo tempo, tutta la sfida si muove su una fascia orizzontale di 30 metri, plausibili le imprecisioni in spazi così stretti. Ma la ripresa rende giustizia al Napoli e al suo finalmente riconoscibile tecnico. Il Benfica punta sulle zone esterne: a destra è più insidioso, perché si muovono uno dopo l’altro Semedo e Salvio, con evidente disturbo al Napoli. Deve raddoppiarsi il minuto Insigne, più generoso che elegante. Sul versante opposto si prodiga anche Callejon, avendo un rispettabile dirimpettaio, Almeida. Che però si fida troppo di Callejon, forse non lo conosce, perché prima l’irriducibile spagnolo crea un blocco con Allan, poi troverà anche l’attimo per segnare, visto Almeida?
Mai fidarsi di giocatori solidi come locomotive e insospettabili nello sprint, uomini non conoscono difficoltà , pause, insidie. Callejon nella ripresa diventa protagonista con Insigne, quando dopo una dozzina di minuti Sarri indovina il cambio. In parallelo, Vitoria esclude Guedes sbiadito ricordo della gara di andata, attaccante subito intimorito da Koulibaly. Koulibaly supera nel confronto Albiol, che si distrae sul gol di Jimenez. Il Benfica inserisce l’innocuo Rafa Silva. Ma è il cambio di Sarri che conta. Il Napoli ritira Gabbiadini, che non deve sentirsi bocciato. Nei momenti cruciali ha partecipato alla manovra e talvolta tirato. L’inserimento di Mertens è tempestivo. Coincide con uno squilibrio tattico del Benfica che perde quota: rimane alto ma non rientra subito, lasciando metà campo scoperta. Per gli scattisti del Napoli è agevole conquistare la profondità . Mertens appena tocca palla indovina l’assist per Callejon che porta il Napoli in vantaggio. Si eleva di nuovo Insigne, che rileva la fascia di capitano da un Hamsik ridimensionato e sostituito. Il monello napoletano si accredita fantasista di livello internazionale. A Lisbona, capite? Dove il Benfica vanta 35 scudetti e due Coppe dei Campioni, giustificati i timori iniziali, esaltante la vittoria. Sarri completa la sua direzione con rilevanti novità : la squadra svetta negli spazi ampi anche di rimessa dominando il campo, indovina il cambio e il tempo, presenta all’Europa anche Rog, per molto tempo nascosto. Ma questa è un’alta storia che non conta più nulla.