Corbo: "De Laurentiis e Sarri meritano un premio: tutt’e due hanno ragione e torto, ma il tecnico paga il silenzio estivo"

Rassegna Stampa  
Corbo: De Laurentiis e Sarri meritano un premio: tutt’e due hanno ragione e torto, ma il tecnico paga il silenzio estivo

Scrive Antonio Corbo nel suo editoriale per La Repubblica: De Laurentiis e Sarri meritano un premio: la polemica, riesplosa ieri, sottrae i tifosi alla noia di una stagione in grigio. Gli stili sono diversi, il presidente urla via radio e l’allenatore borbotta cupo. In realtà non si sopportano più. Come accade nelle peggiori famiglie, hanno tutt’e due ragione e torto, pensano ciascuno di fare il bene dell’altro, un giorno finalmente capiranno di fare in egual misura il male del Napoli. De Laurentiis è preoccupato di salvare al centro di una piazza sgomenta il suo operato, l’incasso di Higuain e l’acquisto di sei giocatori non tutti richiesti da Sarri. L’allenatore ritiene invece di essere rimasto senza ascolto in estate, quando in ostinato silenzio sollecitava l’arrivo di Morata o Icardi, considerava Gabbiadini bocciato e ormai promesso agli inglesi, era d’accordo su Milik solo come alternativa ad uno dei due pallini. Ma attenti: Morata non era in vendita, per Icardi poi De Laurentiis ha provato, scoprendo in Wanda Nara la partner ideale per recitare il film del fantamercato estivo, elicotteri compresi. Era un affare possibile, se l’Inter non trattava mai, anzi rifiutava 45 milioni più Gabbiadini? La garbata telenovela fu tradotta su qualche giornale in una clamorosa operazione da 150 milioni. Siamo in autunno, il Napoli va peggio dello scorso anno, quinto posto e sette punti meno di una mediocre Juve. Non solo: Champions facilissima alla terza gara, incerta oggi. Il declino c’è. La scena è cambiata. Ed è Sarri a incastrarsi in un angolo. Muto sul mercato, tenta il recupero: fa sapere che la Juve è di un altro pianeta, che Higuain non c’è più, che i giovani devono maturare bisogna, attendere quindi. Suona intanto il gong. Fine del primo round. No, non è dei giovani la colpa, ma del Napoli sopravvissuto a Higuain, quello che proprio non riesce a replicarsi. Né l’allenatore ha avviato per tempo la fusione tra vecchi e nuovi. Sparito Higuain c’era un bivio: la fotocopia del bomber da 36 gol oppure cambiare il contesto per ripetere gli 80 totali del secondo posto. La media gol-partita è più bassa: da 2,10 a 1,81. Giustificarsi con l’infortunio di Milik, non conta. Va dimostrato che avrebbe fatto meglio di Mertens e Callejòn: è invece franato l’impianto difensivo per squilibri e calo di forma. Il successo di Diawara sollecita una scossa, che entrino altri giovani in un modulo aggiornato. Torti e ragioni sono come il passato: non contano in un calcio senza memoria. Non c’è altro finale nei rapporti logori. Guerra o pace, risultati o addio.

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