Scrive Antonio Corbo su La Repubblica: Come incontrare un vecchio amico, e stupirsi: possibile che in poco tempo sia ringiovanito? Mortificato dal settimo posto, preoccupato per la travagliata conduzione di Sarri finito al centro di troppi dubbi, il Napoli reagisce fermando venti di tempesta, allarmanti a pochi giorni dalla sfida finale di Lisbona per la Champions. Più scattante, tatticamente meglio distribuito e svelto a ripartire negli spazi come non accadeva più: il Napoli che non ti aspetti. Il disegno di Pioli ricorda il tranello teso dalla Roma: sulla fascia destra D’Ambrosio è un terzino avanzato, lascia la difesa a tre per un ruolo ambivalente. Florenzi vi riuscì bene, D’Ambrosio sbanda invece da Hamisk e Insigne. Sta al gioco Sarri, perché un’Inter così sbilanciata concede la profondità ad un Napoli meglio schierato. Per la squalifica di Mertens il “falso 9”, ecco finalmente il modulo più chiacchierato ma corretto: con il “vero 9”, con Gabbiadini. Buona prova la sua: finalmente libero dalla preoccupazione della sostituzione, è apparso in ripresa.
Molti penseranno che la svolta coincida con la maglia bianca tagliata da una banda diagonale azzurra. Sarà. Un’analisi meglio ancorata alla realtà dimostra altro, si indovinano almeno cinque elementi di novità. La freschezza atletica: il Napoli migliora le “accelerazioni intense”, fa sue le seconde palle e vince più spesso i contrasti. Gli spazi: al contrario della impalpabile superiorità con palleggio lento nelle ultime mediocri gare, il Napoli evita di sbilanciarsi in avanti, in una ingenua ammucchiata. La posizione di Insigne: non solo il gol con tocco d’interno all’indietro, una magia. Il fantasista si dispone a sinistra lungo la linea, pronto a dare ampiezza, ma anche a scattare nel campo scoperto. Non si accentra più, respira la fase offensiva. Il ritorno di Albiol: si è drammatizzata oltre misura l’assenza di Milik, almeno in pari misura la squadra è stata penalizzata dallo stop ad Albiol. Ha dato ieri sera sicurezza a tutto il reparto. Il miglior Reina: discusso negli ultimi tempi, il portiere esibisce sontuosa sicurezza negli interventi delicati, splende nei riflessi, reagisce ad un tiraccio di Eder. L’Inter sconta una vanità che non può concedersi: non può ideare stratagemmi avventurosi come il doppio ruolo di D’Ambrosio se non ha brillante condizione atletica, se il suo 4-2-3-1 è ossidato, se in fase difensiva nessuno scatta sui piedi del rivale più vicino. Il Napoli in una stessa serata esibisce un superlativo Hamsik, ignorato da Brozovic, un sicuro Diawara placido e autorevole a dispetto della giovane età trascurato da Banega, il più felice Zielinski, che con la sua sfrontata audacia in elegante cavalcata corre, contrasta, propone alla destra di Diawara. Come nelle notti di pesca grossa, Sarri fa salire a bordo senza indugi Rog, che non è più un oggetto misterioso. Tutto in un avverbio: finalment