L’ultima volta che il Napoli aveva subito quattro sconfitte consecutive in trasferta fu con Roberto Donadoni in panchina. Era l’inizio della sua seconda stagione in azzurro e tutti ricorderanno che fu l’allenatore a farne le spese. Numeri così impietosi erano appartenuti anche all’ultimo anno di Edy Reja, il tecnico che per primo aveva fatto qualificare il Napoli risorto dal fallimento ai preliminari di Europa League, fu esonerato.
Rafa Benitez non corre assolutamente questo rischio, ci mancherebbe: domani gioca la sua semifinale di Coppa Italia con la Lazio (due risultati su tre a disposizione per accedere in finale) e tra una settimana si confronterà ai quarti di Europa League con il Wolsfburg. In campionato gli restano da giocare nove gare e a meno di miracoli non riuscirà ad agganciare la Roma al secondo posto in classifica. Dovrà sudare per lottare per il terzo posto, attualmente distante otto punti e occupato dalla Lazio. In definitiva se c’è ancora una strada per accedere l’anno prossimo alla Champions non è quella del campionato, dove il Napoli è rimasto troppo indietro. Senza girarci intorno, la squadra di Benitez ha sprecato l’enorme vantaggio che aveva accumulato su Lazio, Sampdoria e Fiorentina - oggi tutte davanti in classifica - e vanificato la ricorsa sulla Roma, squadra con gli stessi problemi di risultati. Quattro sconfitte di fila in trasferta, cinque partite senza vittorie, nelle ultime sette di campionato solo cinque punti (una vittoria, due pareggi e quattro sconfitte). E nelle ultime otto gare ufficiali solo un successo in casa con la Dinamo Mosca. Crisi di risultati ma anche crisi dell’attacco, il reparto sulla carta più forte, con un solo un gol nelle ultime quattro partite ufficiali (Zapata contro l’Atalanta).Â
E Higuain? Chi l’ha visto? Un solo centro nelle ultime nove gare, poco. Anzi pochissimo per un giocatore con i suoi mezzi tecnici. Il Napoli finora è l’undicesima difesa del campionato con trentasette gol subiti. La sconfitta contro la Roma di sabato scorso è stata la migliore partita dell’ultimo mese, e il risultato può anche essere considerato bugiardo. Ma la fotografia della stagione azzurra in campionato non può riferirsi solo a questa gara o meglio ancora a quella giocata all’andata contro i giallorossi. E’ uno scenario inspiegabile di un gruppo che non ha avuto il margine di crescita che ci si aspettava. E’ un gruppo che lo stesso Benitez ha definito immaturo e a tratti anche inesperto. E, ancora, una squadra che ha sempre fallito l’appuntamento decisivo per il definitivo salto di qualità .
Problemi di condizione? Difficoltà mentali? O organico inadeguato? Senza ipocrisia, l’utima ipotesi va scartata. Il Napoli nella sua totalità di squadra meriterebbe ben altra situazione di classifica. La storia degli ingaggi e dei fatturati dei club non può reggere rispetto all’involuzione di gioco e di risultati che questa squadra ha inspiegabilmente avuto. Tra l’altro le squadre che oggi precedono il Napoli in classifica (Samp, Fiorentina e Lazio) sono decisamente più «povere». Domani la Coppa Italia e poi l’Europa League, strade che possono riportare il Napoli in paradiso. Ma la debacle in campionato sarà comunque una grande pecca, sarà il volto negativo di un gruppo magari anche bello ma con scarso carattere e nelle ultime tre gare anche senza capitano. O meglio, con il capitano in panchina.