Continuano le polemiche per le dichiarazioni di Antonio Conte prima e dopo Monza-Napoli. Oggi il Corriere del Mezzogiorno, in un articolo a firma di Vittorio Zambardino, titola così: "Il solito gioco della società: lasciare il cerino acceso in mano all'allenatore".
Tra le altre cose, l'articolo del CdM commenta le dichiarazioni di Antonio Conte e la risposta "silenziosa" di De Laurentiis:
Solo la chiarezza delle posizioni potrebbe aiutare. Già, ma per questa società, ogni campionato è un gioco del cerino da lasciare in mano all’allenatore. La sorpresa, da vent’anni, non finisce di colpirci, è come se società e allenatore fossero in perenne competizione. E così, cambiano gli allenatori ma lo schema è lo stesso: c’è chi come Sarri riesce a metterti la piazza contro come un astuto demagogo martellandoti ad ogni intervista. C’è chi annota tutto come Spalletti e ti pianta in asso a campionato vinto, dopo una serie indecorosa di sgarbi. E c’è Antonio che accetta il corpo a corpo e te le canta.
Deve ancora nascere il dirigente che lo incastra: lasciò la Juventus praticamente già in ritiro, figuriamoci se accetta l’eventuale massacro per il mancato scudetto o un mercato inconcludente, con voci su Mbappé e realtà fatta di Okafor. La questione di fondo è che con l’arrivo di Conte - lo scrivemmo - si è aperto un dualismo fra modelli: fra la crescita senza sosta, rilanciando e investendo il risultato del player trading per diventare più grandi. E dall’altra parte la logica del calcio Napoli di tutti questi anni: una saggia bottega dove non c’è spazio per i sogni di grandezza. Il Napoli è questo, è bottega e non vi si è rassegnato, ci nuota come un pesce nella sua acqua. Se ha fatto capire a Conte che voleva cambiare, lo ha ingannato. Antonio, da parte sua, non poteva non sapere e infatti adesso lotta con un filo di disperazione.