Fabio Cannavaro ha rilasciato un'intervista a Il Mattino che inizia sottolineando un rimpianto: «Il Napoli avrebbe potuto vincere lo scudetto».
Cosa ha fatto la differenza?«Penso al mercato di gennaio: si poteva fare qualcosa in più, invece è stato preso soltanto il giovane Grassi, che neanche ha giocato. Bisogna poi considerare altri aspetti: Sarri è al primo anno di lavoro e il Napoli ha pagato la dimensione della sua rosa. Rispetto alla Juve la differenza è stata fatta dall'organico. Il Napoli ha sfruttato soltanto 12 giocatori e nei momenti chiave ciò è stato pagato. Quando parlo di rosa, non mi riferisco ai campioni della Juve e alla loro attitudine a vincere: penso anche a giocatori come Cuadrado o Rugani, preziosi quando sono stati chiamati in causa. E poi c'è l'abitudine dei bianconeri alle pressioni: nei momenti cruciali sanno esaltarsi».
E nei momenti cruciali non sono mancati supporti, diciamo così, esterni? A Napoli vi sono state lamentele per gli errori di Rizzoli nel derby contro il Torino e il padre di Higuain ha parlato di aiuti alla Juve che hanno innervosito Gonzalo.«A dieci anni da Calciopoli parliamo ancora di questo? Ma dai.. È sbagliata la ricerca di alibi, che regna nel nostro sport e nella nostra cultura. Per me, quando una squadra è forte vince: non ci sono discussioni. Gli episodi possono capitare, ma sono un'altra cosa».
Lei è stato recentemente a Trigoria, ha parlato con Spalletti e Totti.«Con Spalletti c'è da sempre reciproca stima. Non sono stato un suo giocatore, però quando era allo Zenit mi ha avrebbe voluto: venne esonerato e l'operazione saltò. Ho studiato i suoi allenamenti. Sono stato a Trigoria nelle settimane in cui la Roma risaliva verso l'alta classifica e da parte di Spalletti c'era la preoccupazione che la squadra dopo sei-sette vittorie si fermasse, com'era accaduto in altri anni. Per questo, attraverso il dialogo con i giocatori, cercava di tenere alta la tensione».