L'edizione odierna del Corriere dello Sport presenta un'intervista a Giuseppe Bruscolotti, ex capitano del Napoli. «Hanno esonerato Mazzarri? Ah...». E una pausa lunghissima. Peppe ci sei? «Sì sì, ci sono. E' che non lo sapevo. Me lo dici tu. Mi dispiace davvero, è un ottimo allenatore. Ma lì a Milano non ha trovato le condizioni giuste, non ha mai dato la sua identità alla squadra. Peccato. Per lui eh... Noi tanto abbiamo il maestro».Â
Benitez?Â
«Eh certo. Rafa è il maestro, insegna calcio e ha quasi sempre ragione».Â
Esempio?Â
«David Lopez».Â
In che senso?Â
«Aveva detto che dovevamo aspettare. E non si sbagliava. Ora attendo anche Michu: è tutta e solo una questione di salute. Di forma fisica. Se l'ha voluto, avrà avuto i suoi buoni motivi. Io mi fido».Â
Benitez dice pure che bisogna giocare partita dopo partita e non guardare la classifica...Â
«Saggio, di buon senso. Una alla volta, e poi facciamo i conti. Otto partite fa eravamo qui a piangerci addosso, sembrava una stagione maledetta. Del Napoli della passata stagione non c'era niente. Eppure lui era tranquillo. Sereno. O almeno così appariva. Siamo tornati».Â
Per la Champions o anche per lo scudetto...Â
«Il maestro ha detto una partita alla volta. E io sono con lui. Sempre. La mia speranza è che possa restare al Napoli, dare continuità al suo progetto. Trovare qui le soddisfazioni che merita».Â
Col San Paolo pieno sarebbe tutto più facile. I tifosi scarseggiano. E' da un po' che mancano i cinquantamila. Mica è disaffezione?Â
«Macché. Nessuno ama la propria squadra come i napoletani. Bisogna solo capire il momento. Un calo di presenze ci sta. I risultati non arrivavano, si gioca ogni tre giorni, ci sono le tv e la città è quello che è: la crisi si fa sentire. La passione è però indiscutibile. Fidatevi di me».Â
Ok! Anche nei giudizi, ovviamente: livello di Koulibaly?Â
«Alto. E non solo per i centimetri. L'ho detto da subito, dal primo momento: ha capacità sopra la media. Ha fisicità , è veloce e ha i piedi buoni. Ma deve crescere e lavorare».Â
Difetti?Â
«Quelli dei difensori di oggi. L'attenzione, la marcatura stretta, la presenza sull'avversario. Certe palle, soprattutto quelle alte, il centravanti non deve vederle. Mai. Il difensore deve sentire l'uomo e contemporaneamente attaccare la palla. Concentrazione e cattiveria agonistica. Ma pure sistema difensivo. Dietro devono aiutarsi. Noi avevamo Renica sempre libero di andare sulla palla. Noi in marcatura fissa, lui a zona. Anzi, sul pallone».Â
Koulibaly nuovo Bruscolotti?Â
«Ci sta. Il primo Bruscolotti, però. Quello giovane. Lui ha certamente i piedi migliori dei miei. Ma io ero più tosto».Â
E' tornato anche Albiol.Â
«La squadra ora è più corta ed equilibrata, e lui fa valere l'esperienza. Non è velocissimo, e se gli spazi sono lunghi e larghi è ovvio che soffra».Â
Tre partite senza prendere gol: un record per il Napoli di Benitez.Â
«E' un segnale da cogliere. Di squadra, però. Nel calcio moderno è sempre giusto parlare di fase difensiva, mai di difesa e basta. Ora sono più compatti. C'è meno distanza tra i reparti. I centrocampisti proteggono e c'è sacrificio degli esterni. Sono felice pure per Rafael. E' giovane, ha prospettive importanti e può crescere. Ma qualche incertezza l'ha avuta. Purtroppo ha sentito il peso dell'eredità di Reina. Lo spagnolo era un fenomeno: ne ho visti pochi di portieri così. Leggeva tutto e prima degli altri. Manca a questo Napoli».Â
Pure Insigne mancherà .Â
«E' stata una stretta all'anima. Mi dispiace per il ragazzo. Era nel suo momento migliore. Aveva ritrovato serenità e sicurezza. Il talento non è mai stato in discussione, e da un mese si stava esaltando come mai. Sarà un'assenza dura. Pesante. Pure se un aspetto positivo voglio comunque trovarlo...»Â
Prego.Â
«E' un intoppo che lo farà crescere caratterialmente. Lo fortificherà . Gli farà capire tante cose. Insomma, è una mazzata che fa male ma non malissimo. Ne uscirà meglio come uomo e quindi anche come giocatore. Il dolore rende più forti».Â
Ecco, l'aggettivo giusto per Higuain: forte.Â
«No, il Pipita è fortissimo! E' un piacere vederlo. E' il calcio. E lo capisco pure quando si arrabbia. Lui gioca a volte un altro calcio. Per qualità e intuizioni è il top. Si propone, si fa vedere, vuole la palla. E quando non gli arriva, impreca. Non ne sono passati tanti di qua come lui».Â
Chi ricorda?Â
«Il giochino dei paragoni non mi ha mai entusiasmato. Però Higuain è un po' Careca e un po' Giordano. Ha i piedi di classe come Bruno. Il suo passaggio d'esterno, la delicatezza del tocco, la sensibilità nell'accarezzare il pallone. E poi fa gol e sa buttare gli altri dentro. Di Antonio invece ha la progressione. Quando parte non lo prendi. Ha tecnica e potenza. Lo zig zag di Firenze ricordava alcuni di Careca. Pipita è tra i grandissimi».Â
Quindi, riepilogando: un maestro in panchina, la difesa blindata da tre gare, il centrocampo in crescita e Higuain. Napoli da scudetto?Â
«Una partita alla volta...».Â
Non si scompone. E’ di ferro. Bruscolotti palo ‘e fierro.
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