di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)
Era ora, finalmente. Ruggisce, rompe il gioco, prova a imbastire le azioni, fa il leader insomma, come non si era quasi mai visto. Un Inler così lo ricorderanno i tifosi della nazionale svizzera, spettatori di un Mondiale giocato ad altissimi livelli. Ieri, però, il centrocampista elvetico, ha dimostrato di non essere poi così ‘da buttare’, anzi. Si è indurito pensando che di fronte a sé aveva la forza fisica di Guarin e Medel, non poteva emozionarsi nel confronto col giovanissimi Brozovic, ed ecco ch’è uscito fuori il carattere di questo calciatore, quel carattere che è mancato per tanto tempo e che, purtroppo, viene fuori solo a sprazzi. “Ah, se giocasse sempre così…”, è la frase che, sicuramente, avrà pronunciato ogni attento tifoso azzurro. Cosa fondamentale è che Inler pare abbia, finalmente, capito che la sua posizione non dev’essere obbligatoriamente a ridosso dei trequartisti, ma deve coprire la difesa e marcare gli inserimenti avversari. L’ha capito, tardi, ma l’ha capito. Ed è giusto rendergliene atto. Dopo mesi trascorsi a criticarlo, è giusto dare a Gokhan ciò che è suo. Qualche passaggio sbagliato ieri, ma nulla a che vedere con l’Inler che passeggiava in mezzo al campo facendosi scavalcare da ogni palla.
LA SFIDA NAZIONALE – Dall’altra parte c’era Xherdan Shaqiri, suo compagno di nazionale. Avrà voluto fare bella figura con lui, Gokhan Inler. Pensare di tornare in nazionale e sentirsi dire ‘hai perso al San Paolo’ non gli avrebbe fatto piacere ed è anche per questo che ha cacciato fuori le unghie, rendendosi pericoloso anche in fase d’attacco.
NON C’E’ PARAGONE – Non c’è paragone tra l’Inler di ieri e quello di un po’ di tempo fa. Quello visto contro l’Inter lascerebbe in panchina chiunque, da David Lopez a Gargano, ma purtroppo si sa che il rendimento dello svizzero è sempre stato così, un po’ altalenante. Bisogna apprezzarlo e goderselo, quando è possibile. Gli restano gli ultimi mesi per convincere la dirigenza del Napoli a puntare ancora su di lui. Tante sirene dall’estero e un contratto che scadrà nel 2016. O va venduto l’estate prossima o si andrà verso la cessione a parametro zero. Oppure, il rinnovo. Certo, a guardare l’88 di ieri, verrebbe quasi voglia di rinnovargli l’accordo.
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