Stessa storia, stesso posto, stessa porta. A Giacomo Raspadori lo stadio Olimpico e la Lazio portano bene. L’attaccante classe 2000 segnò infatti il suo primo gol in A proprio contro i biancocelesti quando era al Sassuolo. Il destino ha voluto che lo scenario si ripetesse anche ieri e per di più nella medesima porta che gli ha regalato una delle gioie più importanti da quando gioca al calcio.
Tralasciando l’amarcord, ci perdoneranno i romantici di questo sport, finalmente tutta Napoli ha potuto ammirare, per la prima volta da quando ha firmato per il club di Aurelio De Laurentiis, il vero Jack. Lui è una seconda punta, portarlo fuori da quella zona significa solo snaturarlo facendolo diventare un equivoco tattico. Raspadori, in questi quasi due anni e mezzo di Napoli, si è dovuto adattare in ruoli a lui non congeniali per il bene della squadra.
Gli infortuni hanno regalato ad Antonio Conte l’occasione di poter sfruttare a pieno regime tutto il bagaglio tecnico di questo ragazzo. Lo stesso allenatore, qualche mese fa, disse su Raspadori che lo vedeva come un’alternativa a Scott McTominay nel ruolo di trequartista. Erano però altri tempi. Una legge no scritta del calcio dice che quando le cose vanno bene non bisogna cambiarle e Jack, in quel momento, veniva visto in quella veste tattica.
Con il 3-5-2 si è visto il vero Raspadori. La presenza di una prima punta fisica come Lukaku gli ha dato libertà offensiva. In più ha cucito il gioco sulla trequarti facendo anche un buon lavoro di copertura delle linee di passaggio sul laziale Rovella. Una prova importante che, ovviamente, attende conferme. Dopo 910 giorni, Napoli ha capito qual è il vero ruolo di Raspadori. E’ una notizia che aspettavamo. Per la serie meglio tardi che mai.
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