Due presidenti come si suol dire...vulcanici. Li unisce la voglia di fare calcio, la passione per un gioco che vede le loro società gemellate da oltre trent'anni. Eppure i presidenti di Napoli e Genoa, Aurelio De Laurentiis ed Enrico Preziosi, ogni tanto sono riusciti a mettere quasi in secondo piano i club per porsi davanti a tutti nelle cronache sportive. Grandi amici un tempo, rapporto un po' più freddo oggi forse anche per colpa di alcuni screzi avvenuti in passato.
Si parte dal 2010, il Napoli cerca Luca Toni che, nel frattempo, è nel mirino del Genoa: "Aurelio mi ricorda molto la favola della volpe e dell uva: se non riesce ad arrivare a prenderla, dice che è acerba. De Laurentiis evidentemente deve ancora accumulare esperienza, a volte i suoi atteggiamenti sono incomprensibili: non può dire sette giorni prima che Napoli sarebbe la mamma ideale di Toni e poi dichiarare che non vuole vecchi in squadra" racconta Preziosi. Prima frecciatina, alla quale De Laurentiis risponde "Non è vero che non possiamo permettercelo come sostiene qualche amico mio di qualche altra società, ma è una scelta ben precisa".
Marzo 2011, De Laurentiis propone la divisione della Serie A in due campionati. Preziosi non ci sta, e fa sapere: "Non sono d'accordo con De Laurentiis. Il discorso di dividere la serie A in due campionati è molto vecchio. A voler fare una battuta, mi domando il perchè il numero uno azzurro non si sia lamentato degli arbitri due settimane fa, quando il Napoli era a tre punti dal Milan". Qualche tempo dopo, mentre era in procinto di chiusura l'affare per portare Mimmo Criscito in azzurro, Preziosi aggiunse: "De Laurentiis si è sbilanciato troppo, prima di rilasciare dichiarazioni bisogna prima concluderle le operazioni". Criscito finirà al Genoa, e Preziosi aggiungerà a fine estate: "Abbiamo gestito male tutti la sua situazione, non mi va di alimentare altre polemiche".
Il non-plus ultra, comunque, lo si raggiunge a luglio in occasione del sorteggio del calendario del campionato. Ricordate il motorino, la fuga, la decisione di "tornare a far cinema, siete delle m..." da parte di un Aurelio De Laurentiis furioso, no? Il 28 luglio 2011 Preziosi non si trattiene più ai microfoni di Radio Kiss Kiss Napoli: "De Laurentiis probabilmente continua a fare ciò che fa nel mondo dello spettacolo. Dico all'amico Aurelio: basta, hai un po' stufato con queste esternazioni. Essere presi a parolacce, aggiungendo che solo lui sa fare tutto e che tutti gli altri non valgono niente, è una cosa che non va bene. Non capisco il perchè di quel gesto, quando si entra nella volgarità non va bene, non si può esternare in quel modo quando sei un personaggio pubblico che rappresenta una città come Napoli. De Laurentiis ha sbagli ato e deve chiedere scusa alle persone cui ha rivolto tutti quegli insulti".
Fu un fiume in piena, Preziosi: "Non è la prima volta che De Laurentiis, nell'intento di portare qualche innovazione nel mondo del calcio, alla fine porta qualche volgarità di troppo e qualche problema in più. La fama del mondo del calcio forse lo ha colpito più di quella che gode nel mondo dello spettacolo e non sa ancora gestirla. se ha qualcosa da dire lo faccia nelle sedi opportune, ma nel lo stesso tempo sia più conciliante con questo mondo, altrimenti farebbe davvero bene a pensare di tornare al cinema, che forse è il suo mondo ideale. Il calcio non è un suo affare personale [...] In Lega ci fa sentire come persone che non hanno capito niente della vita. Molto spesso Aurelio è irritante, durante le discussioni di Lega se ne esce proclamando di farsi i campionati suoi. Se ti senti il Padreterno sceso sulla Terra, Aurelio, cerca di capire che questa Terra è abitata da gente che ha dei modi che si possono magari cambiare, si possono dissipare le ombre, ma nello stare insieme ci deve essere il rispetto come base".
E' il delirio totale, e De Laurentiis dal teatro comunale di Dimaro, mentre il ritiro del Napoli sta per finire, risponde: "Non devo rispondergli. Non ho bisogno di essere accompagnato da nessuno, solo da dodici milioni di napoletani tifosi nel mondo, se non dovessi lavorare per loro me ne sarei già andato, sarei andato in Inghilterra. Non fatemi sparare sulla croce rossa. Sono stato un cafone a casa mia, non in casa d’altri come ha scritto qualcuno. Ho parlato a favore della Lega, non del Napoli".
30 gennaio 2012, ancora una volta Preziosi: "Con De Laurentiis ormai sono diviso su ogni cosa, non condivido praticamente niente di quello che fa e dice. Una volta quando parlava di me diceva il mio amico Enrico. Non lo fa più, forse ha altri interessi. Ma oggi posso dirlo: io l’ho sempre e solo considerato un conoscente. Con l’aria che tira non darei mai un mio giocatore a De Laurentiis perché non voglio fargli favori. Per fortuna fino ad adesso tutte le trattative sono saltate persino contro la mia volontà. Ma da ora in poi, farò fatica a trattare col Napoli". Una frase rimasta scolpita nelle storie del mercato, che effettivamente ebbe un seguito: di affari diretti, tra le due squadre, non ce ne sono stati se escludiamo Giandomenico Mesto e Mario Santana. Eppure, proseguendo nel mare di dichiarazioni, ritroviamo veri e propri inviti a chiudere trasferimenti mai concretizzati ("A De Laurentiis piace Immobile? Quando vuole possiamo sederci e parlarne", "Antonelli? Finché non si firma tutti hanno la facoltà di cambiare idea. Poi magari facciamo qualche altro affare questa estate"). Immobile, Antonelli ma anche Perotti e De Maio.
Un'altra occasione per litigare, alla quale De Laurentiis non farà seguito, arriva il 27 gennaio del 2015: Calvarese sbaglia in Napoli-Genoa, e Preziosi sbotta "Se noi dobbiamo partecipare ad un altro campionato ce lo dicano, perchè non possiamo più andare avanti. Qualcuno si lamenta per un torto e ottiene subito qualcosa. La Roma e il Napoli in Coppa Italia sono andate avanti solo grazie ad episodi arbitrali favorevoli". Un annetto e mezzo dopo, un'altra piccola frecciatina ("Se mi date Sarri e Higuain vinco il campionato anche io col Genoa").
Infine, la lite in Lega. Ne parlano i quotidiani, che raccontano di una frase di De Laurentiis ("Qui ci sono squadre a cui basta una sola stagione in serie A per sistemarsi") alla quale Preziosi replica furiosamente ("Sei un uomo di m... Ci vuole rispetto. Hai comprato una squadra che era fallita"). Tempo una settimana, e lo stesso presidente genoano ritratta: "Lite con De Laurentiis? Non è vero che abbiamo litigato. Se fosse stato vero sarebbe stato un pagliaccio chi porta fuori dalla Lega le discussioni". Due presidenti vulcanici, dalle fortune alterne. Quasi amici, in effetti.
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