Maurizio Sarri è un grande appassionato di ciclismo: suo padre Amerigo ha corso al fianco di Gastone Nencini, del quale era uno dei gregari, mentre nei tempi recenti lo stesso allenatore azzurro non ha mai nascosto l'apprezzamento per un talento come quello del sardo Fabio Aru, vincitore nel 2015 della Vuelta a España.
Ieri sera, invece, Sarri è tornato indietro nel tempo. Di una quarantina d'anni, per l'esattezza. Ad una domanda sulla Juventus, il toscano nato a Bagnoli ha citato Eddy Merckx e Bernard Thévenet: "Sono innamorato del ciclismo, ricordo il Cannibale Eddy Merckx e la Juventus è come lui. Noi siamo come Thévenet, che pure un Tour de France l'ha vinto...sappiamo di star combattendo un mostro". Un belga ed un francese, come Dries Mertens e Kalidou Koulibaly in effetti (anche se Thévenet non aveva origini senegalesi, ma vabbè).
Eddy Merckx è considerato come uno dei più forti ciclisti di sempre, se non il migliore. Ha vinto praticamente tutto: Tour de France, Giri d'Italia, Vuelta a España, campionati del mondo, Milano-Sanremo, Giri delle Fiandre, Gand-Wevelgem, Parigi-Roubaix, Amstel Gold Race, Freccia Vallone, Liegi-Bastogne-Liegi e Giri di Lombardia. E non li abbiamo nemmeno scritti tutti. Però vi fa capire in effetti il paragone con la Juventus, che è la società ad aver vinto di più in Italia ed è l'unico club al mondo ad avere vinto almeno una volta tutti i trofei ufficiali messi in palio dalla confederazione di appartenenza (in questo caso la UEFA). Bernard Thévenet, invece, ha vinto decisamente di meno: due Tour de France, certo, ma anche un curioso episodio nel 1972. Cadde, soffrì una leggera amnesia poi ricordò: "Ma certo, sono un corridore. Siamo al Tour de France", e quattro giorni dopo vinse sull'arrivo in salita al Mont Ventoux come raccontato da Giorgio Burreddu ed Alessandra Giardini in "Vedrai che uno arriverà: Il ciclismo fra inferni e paradisi".
L'ambizione nascosta di Sarri, il sogno da coltivare, è di diventare per Napoli ed i napoletani ciò che è diventato Bernard Thévenet per i francesi: inserito nel 1976 tra le Gloires du Sport, una sorta di Hall of Fame dello sport transalpino, Thévenet divenne un idolo l'anno prima. Nel Tour de France del 1975, infatti, Merckx aveva la possibilità di vincere il sesto Tour negli ultimi sette anni, ed in effetti era già in testa alla classifica. Tuttavia il 12 luglio uno spettatore infuriato gli diede un pugno al fegato negli ultimi metri della tappa di Puy-de-Dôme. Merckx accusa il colpo, l'impresa di Thévenet ad una settimana dal termine è questione di ore.
Il 14 luglio del 1789 avvenne la cattura della Bastiglia, il momento storico della Rivoluzione francese. Il 14 luglio del 1975, a Pra Loup, la storia del ciclismo assiste all’ufficiale tramonto dell’era del Merckxismo: tappa in salita, dopo il giorno di riposo, con un Merckx costretto agli antidolorifici e agli antibiotici dopo la botta di due giorni prima. Il belga vuole il suo sesto Tour e, come racconta gpmciclismo.it, "prese rischi su rischi, sfrecciava a pochi centimetri dalle rocce, dai burroni, come se avesse messo da parte quel timore reverenziale che ogni corridore ha quando si superano certe velocità". Ha un minuto di vantaggio su Thévenet, Gimondi, Zoetemelk e Van Impe: sembra fatta.
Poi, complice anche il caldo estivo ed i medicinali presi, la 'Juventus' Merckx crolla. E' il momento che Sarri-Thévenet aspetta. I sei chilometri di Pra Loup vedono Merckx crollare: perde oltre tre minuti in sei chilometri, arriva a 1'56'' da Thévenet che, nel frattempo, vince la tappa nel tripudio di bandiere col tricolore francese. Maglia gialla, tenuta fino al circuito parigino sugli Champs-Élysées: "Quello fu l’ultimo giorno di Eddy Merckx in Maglia Gialla. Bernard Thevenet vinse quel Tour de France tra l’incredulità e l’entusiasmo di una nazione che ha sempre spinto il suo eroe nella lotta contro il mostro sacro" ricordano i colleghi di gpmciclismo.it.
Thévenet come Sarri, Merckx come la Juventus. Un passaggio di consegne che, il 16 maggio, si augurano in tanti. Sarebbe celebrato in una maniera che difficilmente qualcuno dimenticherebbe. Magari perfino con una statua: in fondo, a Pra Loup, è stato eretto un arco in ricordo dello storico duello tra i due ciclisti. Bernard Thévenet, "le tombeur du 'cannibale'". Maurizio Sarri "le tombeur du Juventus"? Chissà, nel frattempo è da apprezzare la cultura sportiva del mister.
RIPRODUZIONE RISERVATA