di Leonardo Vivard - Twitter: @LeonardoVivard
"Serviva il terzo attaccante, De Laurentiis ha sbagliato, si doveva intervenire sul mercato ad agosto" tutti, o quasi, a lamentarsi, a prendersela un po' con la società, un po' con il presidente.
Ma ragioniamo un secondo. Quanti prima dell'infortunio di Arkadiusz Milik sostenevano questa tesi? Pochi, forse nessuno. Perchè parlare dopo è semplice, troppo. Tifosi ed addetti ai lavori, nessuno escluso, hanno iniziato a sparare a zero su una cosa poco pronosticabile nel mese di agosto. Perchè se c'è un merito da dare a questo club è quello di aver reso una rosa completa e profonda, con almeno un doppione per ruolo. Adesso, parlare addirittura di infortunio prevedibile o circostanza da prevenire significherebbe comprare 30 giocatori più 3 portieri, cioè tre giocatori per ruolo! Fantacalcio, chiacchiere che non fanno bene né all'ambiente né a chi adesso in campo dovrà scendere al posto del polacco.
La domanda è: se anche ci fosse stato il terzo attaccante quando avrebbe giocato? Valutato 30 milioni di euro, richiesto in Italia e all'estero: Manolo Gabbiadini deve essere il titolare indiscusso, quindi poche storie: il terzo non sarebbe servito e soprattutto non avrebbe mai dovuto giocare. Per coerenza. Perchè se si parla di rinnovo imminente per l'ex doriano, se si parla di fiducia rinnovata di settimana in settimana da parte di Sarri, non si capisce il motivo di acquistare ad agosto un terzo attaccante. Ma soprattutto chi avrebbe accettato mai? La proposta sarebbe stata: siamo il Napoli, ti vogliamo acquistare. Saresti la terza scelta dopo Milik e Gabbiadini. Vuoi venire? Non approfondiamola neanche la risposta. Perché per accettare una proposta del genere in estate bisognerebbe essere non svincolato, di più. Inoltre, si tratterebbe di un ipotetico elemento over 30, completamente fuori dalle politiche societarie.
Laddove ci mette lo zampino la sorte inutile appellarsi alla mancata programmazione. Se paragoniamo la completezza (non la qualità) del reparto offensivo del Napoli con la super potenza Juve non troviamo differenze: Higuain, Dybala, Mandzukic e Pjaca. Quattro giocatori per due ruoli. Sarri ha a disposizione due attaccanti per un ruolo. Il rapporto è lo stesso, la differenza sta nel semplice fato, non sorridente al Napoli. O magari nell'alternativa tattica che il tecnico riesce ad imprimere alla squadra. Se diamo uno sguardo alla Roma noteremo che Spalletti, senza Dzeko, è costretto a mutare la pelle dei suoi 11 costantemente. Sia con Totti, che con Perotti non ha un effettivo sostituto al bosniaco senza cambiare il piano tattico.
Si può comprendere la rabbia di un tifo che ha visto stoppare troppo presto l'avventura di chi stava ingranando sul campo e contemporaneamente stava facendo breccia nel cuore dei napoletani. Un cuore deluso, prima dal Pipita e poi dalla fortuna che ha girato le spalle al suo stesso sostituto. Appelliamoci a qualsiasi cosa, ma non condanniamo una dirigenza che non ha previsto l'imprevedibile.
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