“Frocio, finocchio”. Sgombriamo subito il campo da equivoci e da chi ora dipingerà il popolo azzurro con il solito discorso del vittimismo napoletano. Maurizio Sarri ha sbagliato, non ci sono attenuanti. A questi livelli, lo stress da partita va gestito anche se non è sempre facile. Le scuse dell’allenatore, apparso più che mortificato, non cancellano di certo l’accaduto. E’ giusto che venga punito, ma parlare di sanzione esemplare fa sorridere. Se ci riferiamo a discriminazione e razzismo, allora il primo a dover essere stoppato è Tavecchio per le sue precedenti uscite a dir poco fuori luogo. Non vuole essere una giustificazione a Sarri, ma vogliamo dire che nel calcio certe espressioni “off-limits” ci sono sempre state che piacciano o meno. Il tecnico di Bagnoli è un istintivo e spesso si fa tradire dalla pressione come ad esempio è accaduto contro il Torino dove è stato espulso per aver protestato e oltrepassato l’area tecnica. La pressione di Napoli pesa, questo episodio servirà anche da lezione in chiave futura. Per essere primi non basta solo vincere sul campo, servono nervi saldi sempre.
PURITANO MANCIO - Oggi tutti santificano Mancini come colui che ha tolto il velo dell’omertà su quello che accade in campo. Fa sorridere che proprio il Mancio sia diventato paladino del fair play. Da giocatore ha sempre insultato con epiteti pesanti compagni di squadra in campo e il compianto Vujadin Boskov. Memorabile fu uno scontro in un Bari-Samp dove Roberto mandò a quel paese il Vuja e quando si sedette in panca rincarò la dose dicendo: “Per colpa di questo qui che non capisce un c…. questa gara la perdiamo pure”. Anche da allenatore Mancini non ha perso il vizio e spesso si lascia andare. Si è scandalizzato per le parole di Sarri salvo poi dire quando Mihajlovic, suo vice all’Inter, offese con un “negro di m….”Patrick Vieira: “Sinisa e Vieira sono due ragazzi intelligenti. Credo che possano superare le tensioni e finirla. Nel corso di una partita l'agonismo esasperato può portare a momenti di tensione e di grande nervosismo. Credo che anche qualche insulto ci possa stare. L'importante è che tutto finisca lì". Insomma, Mancini ha la memoria corta o forse fa finta di ricordare. Nel calcio nessuno è un santo, per carità. Ma non lasciamoci infinocchiare...
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