Aurelio De Laurentiis compra il Bari, e in città scoppia il caos. Mentre alcuni tifosi tentano di vedere nell’investimento del presidente un’opportunità per lo stesso Napoli di far giocare i propri giovani in serie minori, molti altri hanno dato vita ad una vera e propria contestazione nei confronti di De Laurentiis, reo, secondo questi tifosi, di dedicare soldi ed energie ad investimenti fuori città, dirottando in secondo piano le ambizioni di una piazza che si aspettava un calciomercato alla pari con Juventus, Roma, Inter e Milan.
Quello tra Napoli e Bari è un’asse le cui relazioni non sono ancora chiare, in attesa di capire in che termini De Laurentiis e suo figlio Luigi, presidente ufficiale del club pugliese, intenderanno costruire il rapporto tra i due club. Nel frattempo, però, c’è un dettaglio non di poco conto che sembra essere passato sottotraccia in questi giorni: stiamo parlando della storica, accesissima, rivalità che esiste tra ultras di Napoli e Bari.
Sì, perché nonostante stiamo parlando di due tifoserie del Sud Italia, tra Napoli e Bari non scorre affatto buon sangue. E non solo perché quelli del Bari vantano un saldo gemellaggio con le tifoserie di Sampdoria e Salernitana, i cui movimenti ultras sono nemici giurati dei napoletani, ma anche perché in passato, quando partenopei e pugliesi hanno avuto l’occasione di incontrarsi, hanno dato vita a scene di violenza inaudita che riportano alla mente i periodi più bui del calcio italiano.
Non è chiaro come sia nato il tutto. Basti pensare che già nel dicembre 1989, quando il Napoli si faceva rappresentante del calcio meridionale in Italia, i tifosi del Bari esponevano al San Nicola uno striscione dal significato palese: “Terroni sì, napoletani no” (foto articolo), a conferma di un’inimicizia che non ha alcuna intenzione di stemperarsi di fronte alla vicinanza geografica. Gli episodi, nel corso degli anni, sono veramente tanti e ricalcano le storie ben note di tante altre rivalità tra ultras: scontri fortuiti, striscioni rubati, cori offensivi ed agguati premeditati. E’ nel 1994, però, che la rivalità tra Napoli e Bari si trasformò in una vera e propria guerriglia, destinata a segnare per sempre il rapporto tra le due città.
E’ il 23 ottobre 1994, al San Paolo deve giocarsi Napoli-Bari. Ma quella giornata inizierà molto prima: al mattino cinque tifosi del Bari vengono intercettati e aggrediti nei pressi di Piazzale Tecchio, costringendo uno di loro ad essere ricoverato per ferita da arma da taglio. Il putiferio si scatena qualche ora più tardi, sulle gradinate del San Paolo, dove i tifosi napoletani riservano un’accoglienza tutt’altro che pacifica ai cinquemila baresi arrivati allo stadio. Addirittura, secondo quanto riportato dalla stampa dell’epoca, i napoletani intonarono il coro “Colera, colera”, per denigrare i baresi che proprio nel ’94 erano stati colti da un’improvvisa epidemia. Un episodio che al giorno d’oggi sembrerebbe surreale, e che testimonia come le cose siano nettamente cambiate negli ultimi dieci anni a Napoli. Qualche minuto e i cori si trasformarono in una sassaiola, con sediolini divelti e lanciati contro i baresi, fino alla reazione pugliese e ad una vera e propria mattanza che travolse anche l’enorme dispiegamento di forze dell’ordine (In allegato il video degli scontri). A fine giornata, decine di tifosi trasportati in ospedale e un solo arresto. Sulla strada di ritorno per Bari, alle stazioni di Caserta e Benevento, nuovi accesissimi scontri tra le tifoserie, a conclusione di una delle pagine più nere del calcio moderno.
I tifosi di Napoli e Bari torneranno ad incontrarsi più tardi, nel 2006, in Serie B, prima a Piacenza, per caso, poi in occasione di Bari-Napoli allo stadio San Nicola: ancora violenza, e diversi arresti.
A oltre 10 anni di distanza, Napoli e Bari tornano a far parlare di sé, da ‘cugini’ acquisiti: nella speranza che antichi rancori e la violenza selvaggia di un tempo possano essere accantonati in vista di una nuova amicizia, all’insegna della passione calcistica e dalla contiguità storico-geografica di due città che sono i fari di un Sud che si riaffaccia al calcio che conta con assoluto protagonismo, con la regia del solito, inimitabile, Aurelio De Laurentiis…
di Lorenzo Sorianiello
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