di Claudio Russo – twitter:@claudioruss
"La prendo la prendo, la prendo..." (cit. un portiere qualsiasi)Uno dei peccati originali commessi dal Napoli nella stagione 2014/2015 è stato quello di non confermare Pepe Reina. Uomo fidato di Benitez, suo scudiero dai tempi di Liverpool, uno dei pochi veri leader all'interno di uno spogliatoio pieno di ragazzi volenterosi ma manchevoli di carisma. Il Napoli ha provato fino all'ultimo a riprenderlo l'estate scorsa, cercando una squadra dove far giocare un Rafael reduce dall'infortunio.
De Laurentiis ha provato a firmarlo, ma alle sue condizioni come spesso affermò a Castelvolturno: "Se vuoi restare a Napoli devi rinunciare a 2 mln di euro". (CLICCA QUI PER LEGGERE). Si parlò di un biennale da quattro milioni totali, ma alla fine lo spagnolo è finito al Bayern Monaco con un triennale da nove milioni totali ma zero garanzie di posto da titolare. E vabbè.
Una grande squadra, o almeno l'idea di una grande squadra, non può prescindere da un buonissimo portiere. Senza scomodare la Juventus e l'immarcescibile Buffon, e senza nemmeno tirare in mezzo Mazzarri ed il 'suo' Morgan De Sanctis, il Napoli di oggi si ritrova con due portieri di eguale livello a difendere, certe volte male, i pali della propria porta. Fino all'infortunio, maledetto, di Swansea il brasiliano Rafael aveva tutte le premesse per diventare il portiere del futuro: giovane, talentuoso, reattivo, forte anche caratterialmente grazie all'esperienza ad alti livelli in Sudamerica. Aveva, però.
L'infortunio, grave, ci ha restituito un giocatore diverso: un po' più fragile non solo nel fisico ma anche nella mente (ci può stare la prudenza nelle uscite, per evitare altri infortuni). E allora giù errori su errori, incomprensioni e prestazioni altalenanti che culminano, da una parte, con i rigori parati a Doha che han fatto toccare le stelle a tutti i tifosi del Napoli e, dall'altra, con il gol subito da Achraf Lazaar a Palermo: un tiraccio forte ma centrale, ed un tuffo goffo a cui segue il pallone in rete.
Apriti cielo, si mette in moto la trebbiatrice che falcidia Rafael (finalmente! disse qualcuno) e lo mette in condizione di sedersi in panchina senza aver nessuna chance per rimettersi in mostra. Una trebbiatrice guidata anche dal pubblico che, stufo del brasiliano, lo irride alla prima prova di Mariano Andujar: Napoli-Slovan Bratislava, passaggi facili facili a due metri ed applausi scroscianti dalle tribune, come a dire "questo è un portiere, non il brasiliano che siede in panchina e che non vogliamo vedere più". Un comportamento da contadini del calcio, degno di chi ha visto negli anni scorsi alternarsi portieri dai dubbi valori tecnici e/o umani. La trebbiatrice calcistica mette sotto Rafael, costringe Benitez quasi a nasconderlo in panchina, con il risultato della distruzione mentale del ragazzo che viene da Sorocaba.
Largo a Mariano Andujar, allora. Portato quasi in trionfo nelle prime partite, prestazioni sufficienti nelle successive gare all'interno delle quali, va detto, non si registrano particolari errori. Segno anche di una fase difensiva che va migliorandosi e che tocca l'apice nel periodo post-ritiro con vittorie roboanti e prestazioni al limite del clamoroso se rapportate alla tristezza delle precedenti. Che vuoi farci, nel calcio purtroppo contano fin troppo i risultati: con Andujar il Napoli va avanti, e allora si va avanti con Mariano.
Tutti felici, tutti contenti. In realtà Mariano Andujar e Rafael sono due buoni portieri che si equivalgono in valori assoluti. Nessuno dei due, purtroppo, è Pepe Reina. Che l'anno scorso, comunque, i suoi errori li ha commessi (Bergamo, ad esempio). Senza mettere in mezzo i ragionamenti inutili sui punti in più che avrebbe potuto avere il Napoli con Reina in campo, basterà limitarsi alle ultime due trasferte di Empoli e Parma: quelle in cui Mariano Andujar, che l'anno scorso perse il posto da titolare nel retrocesso Catania, ha collezionato errori e papere inconsuete che, tuttavia, non hanno messo in moto la famosa 'trebbiatrice' dei contadini. Quella che, in caso di errori commessi da Rafael, avrebbe chiesto quantomeno la sua crocifissione a Piazzale Tecchio. Avanti con Mariano e Rafael fino a fine campionato, poi si pensi ad altro. Due portieri di eguale livello che, sommati, non arrivano a formare un Reina. Tutto qui. Poi, certo, si potrebbe chiedere alla società perchè alla fine non si è cercato di acquistare lo spagnolo che invocava il ritorno in azzurro. Ma questa è una storia vecchia che tornerà di moda tra qualche tempo...
RIPRODUZIONE RISERVATA