Napoli calcio - "A Montreal non riconoscevano nemmeno un certo Didier Drogba per strada. Questo fa capire un po' come si vive il calcio lì. Da noi sarebbe 'normale' non riconoscere uno come Didier (ride ndr)". Matteo Mancosu ha giocato in MLS dal 2016 al 2018. Con la maglia del Montreal Impact ha messo a segno 12 reti in 61 incontri. Oggi gioca nei dilettanti con il Muravera ma quella esperienza americana gli è rimasta ancora dentro.
Che idea ti sei fatto sull'offerta dei Toronto per Insigne?
"Ha ragione Giovinco quando dice che bisogna prendere una decisione e fare una scelta. Nel caso specifico, devi rinunciare alla carriera europea con tutte le motivazioni che ti può dare. Insigne è oggi in un club tra i primi in Italia e che gode di grande considerazione anche in giro per l'Europa, se andrà in MLS lascia queste ambizioni per provare a diventare una star internazionale nell'altra parte del mondo. Sebastian a Toronto non dico che era noto come Lebron James, ma poco ci mancava. Per strada c'erano cartelloni pubblicitari di 40 metri con la sua immagine. E' certamente una soddisfazione anche questa ma Insigne sappia però che non potrà più giocare contro un Chelsea, un Manchester City o Barcellona".
In maniera velata stai dicendo che se Insigne accettasse la corte del Toronto è come se smettesse di giocare a grandi livelli...
"Non è che smetti perchè dal punto di vista fisico quello è un campionato vero se hai le motivazioni. Chiaramente se vediamo l'Insigne di oggi e quello che potrebbe essere in MLS non c'è dubbio che diminuirebbe la sua fama però va a fare un torneo altrettanto bello eh".
Quindi Insigne in MLS diventerebbe una delle tante stelle mentre se restasse qui sarebbe ancora l'attore principale...
"Lorenzo in MLS diventa uno forte, i big si notano anche lì. Quando ci giocavo, c'era gente del calibro di Kakà e Ibra. Però sicuramente quasi tutti vanno a provare questa esperienza più avanti con l'età rispetto a quella che ha adesso Insigne. Chi ha fatto una vera e propria scelta nel pieno della maturità psico-fisica fu Giovinco che andò a 26 anni facendo la differenza in campo e riuscendo a diventare anche un simbolo commerciale".
Giovinco ieri disse che tutti quei soldi che gli promisero alla fine non c'erano. Non è che il Toronto sta promettendo la famosa fontana di Trevi di un film di Totò?
"Nella mia esperienza al Montreal ho avuto quanto mi è stato promesso. In MLS, tutti i club versano alla federazione ed è poi quest'ultima a versarti lo stipendio ogni due settimane in maniera standardizzata a tutti. Sinceramente non so cosa sia capitato a Sebastian".
Quali sono i pro ed i contro che sentiresti di dire a Insigne su questa possibilità di trasferimento in Canada
"Tra i vantaggi c'è sicuramente il fatto che vai in una realtà in cui il calcio viene visto come un vero e proprio show. Ci sono tipo 30mila persone che vanno allo stadio per divertirsi ed a cui non frega molto del risultato finale. E' un clima gioviale, non è come da noi che c'è tanta rivalità tra tifosi. E' tutto molto più easy. Dall'altra parte questo però può essere uno svantaggio per Lorenzo in quanto magari è abituato ad un tipo di carriera che pone al centro di tutto il risultato. In MLS non ci sono critiche eccessive così come ritiri punitivi. Se vuoi fare bene, te lo devi creare tu nella tua mente. Faccio l'esempio, per far comprendere meglio cosa intendo, di Ibra che a 38 anni scelse di giocare lì. La gente andava allo stadio solo per vederlo giocare, ma Zlatan, con la sua mentalità vincente, non gliene fregava quasi nulla di quel contesto. Era mentalizzato a fare 30 gol a stagione dimostrando di essere il migliore. Ecco, Insigne dovrebbe prendere come modello lui se deciderà di accettare l'offerta del Toronto. E' un consiglio che Ibra potrebbe dargli".
Se tu fossi al posto di Insigne, a 31 anni andresti lo stesso in Canada sapendo di rischiare eventualmente il Mondiale?
"Sarei molto combattuto ma preferirei restare a Napoli da capitano andandomi poi a giocare da campione europeo il Mondiale. Ripeto, se dovesse decidere di andare in MLS lo capirei. Magari vuole godersi la famiglia andando al parco senza avere la pressione o sentirsi 'osservato' dalla gente. Sarebbe una sorta di liberazione per lui poter scaricarsi da dosso queste cose. A Toronto sarebbe poi accolto molto bene perchè c'è una grande comunità italiana"