"Mai visto uno come lui in dieci anni", da Nedeljanca al paragone con il diavolo di Sibenik: ecco come nasce Marko Rog...

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Una storia a tinte azzurre, quelle del Napoli. Perchè Marko Rog, centrocampista croato classe 1995, ha lasciato la Dinamo Zagabria sabato pomeriggio e si è imbarcato su un aereo: direzione Napoli, direzione San Paolo. E' riuscito anche a vedere Napoli-Milan dalla tribuna d'onore dello stadio di Fuorigrotta, in una posizione che gli ha permesso di prendere confidenza con quello che sarà il suo terreno di gioco, davanti a quelli che saranno i suoi tifosi.

"Non vedo l'ora di conoscere i nuovi compagni, questo sarà un passo importante della mia carriera che mi aiuterà a crescere e a raggiungere gli obiettivi del mio nuovo club": si è presentato bene il ragazzo, arrivato al termine di una trattativa che proprio sul finire ha rischiato di bloccarsi per questioni puramente economiche legate all'ingaggio.

Prima di tuffarsi nell'azzurro del Napoli, però, ci sono diversi ricordi della nascita calcistica di Marko Rog che vanno raccontati: dalle parti di Varadzin, a circa cinque chilometri di distanza, c'è Nedeljanec. Millecinquecento abitanti, ed un calciatore del Napoli. Perchè Rog è cresciuto proprio qui, alla scuola calcio creata da Bojan Fosnar, proprietaro del marchio d'abbigliamento sportivo Fotex (il centro si chiama proprio così)

Nedeljanec e Varadzin sono terre di calciatori: è qui che hanno iniziato a giocare il difensore Matija Kristic (quando la squadra si chiamava ancora Varteks, dal 1996 al 2005), nonchè l'ex Spezia Josip Brezovec (dal 2006 al 2010). Ma anche lo stesso cugino di Marko Rog che risponde al nome di Dario Melnjak (dal 2005 al 2010 tra Varteks e Nedeljanec, adesso in prestito al Neftchi Baku ma di proprietà dei belgi del Lokeren).

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"Per i primi cinque anni abbiamo giocato qui, prima di trasferirci al Varteks Varazdin - racconta il fratello di Rog, Petar, a SportNews.hr - Marko lavorava già tantissimo, era molto tenace e per questo lo paragonavamo a Drazen Petrovic (il più forte giocatore di pallacanestro della storia della Croazia, tragicamente scomparso a 28 anni; tra i suoi soprannomi "il diavolo di Sibenik" e "il Mozart dei canestri", ndr)".

Al Varadzin l'imberbe Marko si sdoppia: allo stesso tempo gioca sia con la squadra giovanile, al sabato, sia con la prima squadra alla domenica. "Durante una partita del campionato giovanile venne adocchiato da una squadra di Spalato (l'RNK, ndr) e finì lì, prima ancora di andare alla Dinamo Zagabria" ricorda Petar.

"Me lo ricordo ai tempi delle giovanili, ma non mi bastava: volevo vederlo all'opera in una partita di prima squadra" racconta Tonci Basic, attualmente direttore sportivo del RNK Spalato, a 24sata.hr. In occasione di un match di terza divisione a Grabovnica (minuscola cittadina di nemmeno 500 abitanti nel nord del paese) tra NK Croatia Grabrovnica e Nogometni Klub Varazdin, Marko Rog si palesò in campo.

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"Di recente avevo letto che sarebbe rimasto alla Dinamo Zagabria, che gli sarebbe piaciuto farlo, per non andare al Napoli. Credetemi, è fatto così Marko - dice a Jutarnji l'ex difensore del Varazdin Zoran Kastel, che ha seguito da vicino la crescita di Rog - L'ho conosciuto che aveva questo carattere, e lo sarà così per tutta la vita".

In più di dieci anni di lavoro, tra scout e direttore sportivo, mai avevo visto un calciatore girarsi da una parte e dall'altra avendo l'avversario alle spalle - ricorda Basic - Lo fece più volte, questo giorno, e dissi al mio club che non dovevamo aspettare più tempo: il giorno dopo andai a parlare subito con i genitori".

Nel campionato di terza divisione croata 2013-2014, Rog chiuse con 17 reti. Non male per un ragazzo del 1995, no? "Parlando con il padre, capii che avevano in ballo discorsi con il Rijeka, con l'Hajduk Spalato e con la Dinamo Zagabria - dice Basic - Ma io personalmente garantii che al RNK non gli sarebbe mancato nulla. Anzi, l'avrei seguito io stesso con i miei occhi". D'altronde a 18 anni, alla prima esperienza fuori casa...

Lo stesso padre, Drazen, conferma il paragone precedente con Drazen Petrovic per quanto riguarda l'etica del lavoro del neo-azzurro, e aggiunge: "All'inizio il fratello Petar era più forte di Marko, ma col passare del tempo le cose sono cambiate grazie alla sua volontà e alla sua resistenza".

Vedendolo in faccia, non gli si darebbero 21 anni. "Si può dire che biologicamente sia cresciuto più lentamente, in faccia ancora dei brufoli che sono segno della pubertà - continua Kastel - anche se, nonostante l'età, ha sempre messo in mostra un gioco audace unito a modestia, diligenza e laboriosità. L'ho visto sempre senza paura, anche se gli avversari lo contrastavano". Ma come mai nessuno si era accordo prima di Rog? Kastel non riesce a darsi una spiegazione logica: "Abbiamo giocato tre o quattro volte contro la Dinamo Zagabria, eppure lo notarono da Spalato. Un dirigente (Darko Butorovic, ndr) mi chiese dove prendevamo tutti questi ragazzi di talento. Sono felice che sia passato per Spalato, è cresciuto gradualmente e anche lui sapeva che andare passo dopo passo era meglio. Fino ad arrivare al Napoli".

"E' un ragazzo amorevole cresciuto in una bellissima famiglia di lavoratori. Restammo in contatto anche dopo il suo trasferimento (alla Dinamo Zagabria nel giugno 2015, ndr) e adesso sono contento - continua Basic - che sia andato nel campionato giusto, nella squadra che fu di Maradona!". Ma il bello deve ancora venire, giusto? "Non credo che possa essere certo una tappa definitiva d'arrivo per lui, anzi può fare molto più di quanto non abbia già fatto adesso".

Nella sua lettera d'addio, Rog scrive della sua esperienza alla Dinamo Zagabria: "Qui ho trascorso un anno bellissimo, ho giocato la Champions League ed ora auguro il meglio ai miei compagni per il prosieguo della stagione". Eppure c'è un retroscena interessante: ai tempi del Varazdin Rog fu avvicinato da un membro dello staff della Dinamo Zagabria, gli fu proposto di unirsi alla squadra in occasione di un torneo in Spagna. 

Il giovane Marko accettò, era molto contento. Eppure non se ne fece nulla: la Dinamo Zagabria del presidente Mamic tornò a prenderselo nell'estate del 2015, sborsando circa cinque milioni di euro per il suo cartellino. Sarebbe potuto arrivare per molto meno. Ma è andato via per molto più (al di là del contratto quinquennale, le cifre dell'affare sono attorno ai 15 milioni di euro).

Può ancora migliorare Rog? Secondo Kastel, sì: "Può migliorare nella gestione delle sue energie, dà sempre tutto se stesso e certe volte arriva a fine partita senza fiato. Ma è qualcosa che capirà con l'esperienza, quando non darà tutto e subito e avrà più benzina in corpo per i finali di partita".

"Sono molto felice, sto andando in un grande club in Serie A. Grazie Dinamo, farò il tifo per voi ma il mio presente è il Napoli!" ha scritto Rog. Che si è messo subito all'opera per ambientarsi in città, a partire dal lungomare. Il filo che conduce il campo sportivo di Nedeljanec a Castel Volturno è più solido che mai.

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