Il gioco e le caratteristiche tecniche di Romelu Lukaku sono ben note a tutti. Non si possono mutare, o quantomeno smussare sia per questioni fisiche ma anche tecniche. Diciamocela tutta, i numeri sono dalla parte di Big Rom ma le prestazioni non hanno mai convinto del tutto. I fischi dello stadio Maradona sono stati legittimi. La prova del belga è stata totalmente negativa. Per Hien, difensore che fa dell’uomo contro uomo il suo punto di forza, è stato un invito a nozze. Un gentile omaggio di Antonio Conte al quale oggi viene fatto notare l’assenza totale di un piano B quando Lukaku risulta essere nullo.
Se prendi un centravanti con quelle doti note a tutti, non puoi pensare di non essere prevedibile alla lunga distanza. Gasperini ha fatto utilizzato il fattore sorpresa tenendo fuori una punta per non dare punti di riferimento a Buongiorno e Rrahmani. L’Atalanta ha meritato, ma occhio a gettare il bambino con l’acqua sporca. Conte ha dimostrato di saper leggere le gare, spesso i suoi cambi sono stati decisivi, e di non guardare in faccia a nessuno. Probabilmente, il ricordo di Osimhen è ancora vivo nella mente dei tifosi che non si sono ancora abituati al fatto che la manovra offensiva degli azzurri da quest’anno è diversa.
Ma cosa vuol dire avere un piano B a Lukaku? Nella sua carriera da allenatore, Conte ha sempre preferito avere un 9 puro anziché un falso nove. Nel Napoli ci sono Raspadori (383’ giocati) e Simeone (291’ giocati). Il primo, anche per stessa ammissione del tecnico, è visto come trequartista. Resta solo il Cholito come centravanti puro. E allora? Una soluzione potrebbe essere cambiare qualcosa a centrocampo affiancando un altro calciatore a Lukaku. Lo stesso Conte, qualche settimana fa, aveva parlato anche di un centrocampo più strutturato in certe gare. Ieri ha tolto Gilmour mettendosi più offensivo ma il dentista Gasperini ha anestetizzato ogni tentativo. Conte saprà trovare la soluzione. D’altronde non può non trovarla se costa 13 milioni lordi a bilancio. Calma e gesso.