di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85
Quando è spuntata la 9 di Higuain pronta ad entrare in campo nel finale di Napoli-Cesena, il San Paolo si è diviso ancora di più. Gonzalo mette rigorosamente prima il piede destro in campo(in onore ad una scaramanzia che ha dai tempi del River) e prende posto in attacco, ma dagli spalti piovono fischi coperti solo in parte da applausi. Un atteggiamento davvero poco condivisibile da parte di un pubblico che fischia il vero top player di questa squadra. L’unico in grado di spostare gli equilibri. Vero, contro il Dnipro ha sbagliato diverse palle gol, ma quante volte ha salvato il Napoli da sconfitte? Gli errori di Kiev sono frutto di un periodo di forma non eccellente e niente più. Il Pipita non si può discutere sul piano tecnico. Il suo valore è imprescindibile per questa squadra. Per questo motivo è costretto a giocare anche quando non è al massimo perché in rosa non c’è un rincalzo all’altezza che possa farlo rifiatare senza problemi. Al Real aveva un certo Benzema, qui un Duvan. La differenza è anche qui.
La poca riconoscenza del San Paolo si è vista anche l’estate scorsa quando hanno fischiato un altro 9 del Psg, tale Edinson Cavani. Uno che ha fatto 104 gol nel Napoli piazzandosi dietro il mostro sacro Maradona. Anche in quella circostanza il San Paolo beccò il Matador che reagì con un gesto di stizza in campo. Non è così che si cresce come mentalità. Chi ragiona in questo modo è un insaziabile masochista perché chi ha fatto la storia del Napoli recente (Cavani) e chi ha scelto l’azzurro venendo via dal Real (Higuain) merita rispetto. La critica costruttiva c’è e deve esserci sempre, ma fischiare per chi stecca due partite(seppur importanti) in due anni è eccessivo. Questo San Paolo da dodicesimo uomo si sta trasformando nel primo nemico del Napoli con certi atteggiamenti.
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