di Claudio Russo – twitter:@claudioruss
C'erano una volta un austriaco, uno sloveno ed un croato, che avrebbero potuto avere in comune una squadra. I tre protagonisti della nostra storia si chiamano Erwin Hoffer, Tim Matavz e Nikola Kalinic, la squadra che li accomuna potete immaginare quale sia. Il rapporto che ha il Napoli con il mercato degli attaccanti dell'est europeo non è che sia andato molto bene, in questi anni. Meglio puntare ad ovest, verso il campionato spagnolo dal quale sono arrivati Gonzalo Higuain e Josè Callejon, oppure un po' più a nord dalle parti dell'Olanda e del PSV Eindhoven dal quale è arrivato Dries Mertens. Ma ad est meglio non addentrarsi altrimenti si rischia molto, si resta proprio a bocca asciutta oppure, addirittura, si corre il pericolo di dover rinunciare a qualcosa di importante.LA BEFFA - Erwin Hoffer arrivò nel 2009 con le stimmate del bomber: i 27 gol segnati nel Rapid Vienna parlavano chiaro. Certo, la Bundesliga austriaca vale forse la Serie B ma l'occhio dell'allora DS Pierpaolo Marino si posò sul carneade austriaco in una gara contro il Liverpool: “Andai a vedere Hoffer contro il Liverpool che a quell’epoca era allenato da Rafa Benitez. I reds persero quella gara, Hoffer giocò una buonissima partita. Non scordiamoci che lui era abituato a giocare a Vienna dove c’erano spesso 60 mila spettatori. Notai Hoffer già nel mondiale under 20 nel 2009. Non riusciì ad ambientarsi in Italia per una serie di ragioni. In primis quella legata alla lingua. Aveva perfino difficoltà ad interagire con l'insegnante madrelingua. Parlava in tedesco, ma era quasi un dialetto di Baden In Germania successivamente fece benissimo" raccontò a CalcioNapoli24. 5,5 milioni e mezzo andati nel fumo per un calciatore annegato nei meandri della Zweite Bundesliga tedesca. Almeno lì ha trovato qualcuno con cui parlare la sua lingua.
IL 'RIFIUTATO' - 31 gennaio 2010, ultimo giorno della sessione invernale di mercato. Si sparge la voce, Tim Matavz è del Napoli. Attaccante sloveno, cresciuto nel Gorica e in forza al Groningen: un bel po' di gol segnati in Eredivisie, uno dei classici colpi del Napoli improntato ai giovani. Un acquisto, come vi raccontammo qui, da 7 milioni di euro che avrebbe lasciato il calciatore in prestito fino a giugno. Colpo di scena, il transfer non arriva ed il trasferimento viene congelato anche perchè Mazzarri, da sempre poco incline agli stranieri, gli preferisce Mascara. Da quel giorno, va tutto a rotoli: l'intermediario Jashari riesce a strappare al Napoli un'opzione di acquisto esercitabile entro l'inizio della sessione estiva di mercato; Matavz s'infortuna, gioca molto meno, il Napoli ci ripensa e la mamma del giocatore, che ne cura gli interessi, pare voglia nuovamente sedersi a tavolino e ridiscutere le cifre di un contratto già redatto. E Non se ne fa più nulla, anzi: Matavz infliggerà in Europa League una tripletta al Napoli. Bella vendetta, no?
IL SACRIFICIO PER 'THE NORMAL NINE' - Nikola Kalinic, da Salona, è il terzo ed ultimo protagonista del nostro viaggio est-europeo: una carriera che nasce all'Hajduk Spalato e che lo vede già ammiccare al Napoli nel 2009 ("Troverei mister Reja, che parla sloveno, e quindi sarei avvantaggiato dal punto di vista della lingua [...] diciamo che andrei di corsa [...] penso di aver dimostrato di reggere il confronto con i vostri difensori, anzi credo proprio che potrei segnare 15-20 a stagione in serie A"), prima di passare al Blackburn, dove fa male, e poi al Dnipro dove si riprende. Il Napoli lo incontra sia ai gironi, subendo gol nel 2012, che in semifinale nel 2015. E lo incontrerà di nuovo domenica, con la maglia della Fiorentina. Non un fenomeno, piuttosto un 'normal nine' volendo trarre spunto da Mourinho, Stramaccioni e Klopp. Che, tuttavia, avrebbe potuto vestire la maglia azzurra la scorsa stagione, stando a sentire il suo procuratore Tomislav Erceg: "Abbiamo parlato col Napoli un anno fa, il discorso non è più andato avanti ma in passato ne abbiamo parlato [...] Di Kalinic al Napoli se ne parlava ogni anno, ma non è mai stato vicinissimo. A Marino piaceva molto e lo visionò più volte". La logica fa pensare ad un arrivo di Kalinic contestuale ad un addio di Gonzalo Higuain. Un sacrificio, fortunatamente, non andato in porto. Ma la speranza è che, domenica, il ragazzone croato non si prenda la sua rivincita.
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