Kalidou Koulibaly ha rilasciato una lunga intervista a L’Equipe. Ecco quanto tradotto da CalcioNapoli24: “Nella mia carriera ho dovuto lavorare molto fin dal settore giovanile del Metz. Vedevo ragazzi che si allenavano e venivano chiamati da club professionistici per giocare, in me ho sempre avuto questa ambizione: guadagnare con il calcio per aiutare la mia famiglia. Mio padre è un operaio mentre mamma è una casalinga, loro mi hanno aiutato molto. Dopo l’esperienza al Metz sono andato al Genk. Devo dire che inizialmente il Belgio mi faceva paura come campionato, ma poi giocandoci ho scoperto che davvero è un torneo interessante”
BENITEZ - “Mi ha chiamato due volte quando ero al Genk, parlo del dicembre del 2013 (CalcioNapoli24.it vi rivelò in esclusiva assoluta l'esistenza della trattativa, clicca qui per leggere), quando ho sentito la sua voce per la prima volta pensavo ad uno scherzo tanto che risposi: “Basta scherzare, non ne ho voglia”. Quando poi il mio agente Satin mi ha confermato che era davvero Rafa e che stavo per passare al Napoli ho capito che non era più uno scherzo. In azzurro sono arrivato nell’estate del 2014. Devo ammetterlo, vedendo nomi come Higuain, Callejon, Albiol mi ha fatto un po’di paura. Loro erano campioni assoluti mentre io mi stavo appena affacciando al mondo professionistico e in un grande club.
Ricordo il primo giorno quando Benitez mi convocò nel suo ufficio per dirmi cosa dovevo fare. Mi indicò con gli occhiali i movimenti da fare sul campo e mi disse queste parole: “Se mi seguirai in quello che ti dico, diventerai un grande giocatore”. Già nel primo allenamento mi dedicò un lavoro personalizzato per dirmi le cose che facevo male e dove dovevo migliorarmi. Quando poi lui è andato al Real, nessuno di noi lo sapeva.
Qualcuno ha provato ad acquistarmi in estate, ma de Laurentiis ha detto no rifiutando 15 milioni dal Norwich. Anche mister Sarri ha creduto in me e dopo il ritiro mi ha dato fiducia”.