La Gazzetta dello Sport commenta lasconfitta del Napoli a Bologna: "Se la botta di Bologna farà davvero male, o s’è trattato di un umanissimo stop nel ciclo vincente, lo scopriremo soltanto dopo Napoli-Roma. Contro rivali messi peggio di testa e, con tutta probabilità, anche fisicamente, considerata la sfida Champions con il Bate. Se il Napoli frenasse ancora, allora Sarri dovrebbe preoccuparsi e il finale horror con l’Inter andrebbe riletto come la prima spia del cedimento. Cosa che poteva anche essere messa in conto: il Napoli è sempre quello, il turnover di fatto non esiste in campionato, e la panchina è corta. Risultato: stanchezza e non solo. Così capita che Higuain fallisca (prima di tornare lui), che Insigne non abbia il dribbling fatale, che la difesa perda d’improvviso la tenuta stagna, che Allan vada fuori giri. Se poi di fronte c’è il miglior Bologna, che vince giocando come il Napoli, e se Destro sembra lui Higuain ben oltre i due gol, ecco che il 3-2 si spiega. Ed è anche ingannevole. Poteva essere 4-0 e invece, dopo l’errore sciagurato di Mounier, Higuain sferra un uno-due impressionante e tardivo. Ma se un giorno l’argentino avesse una febbretta chi reagirebbe? Non avrebbe neanche senso riferirsi agli episodi, allo smash d’apertura di Callejon salvato da Mirante, al fuorigioco di un piede sulla fuga di Destro per l’1-0. Niente chiacchiere, il Bologna gioca meglio. Anzi, pare il Napoli: e qui standing ovation obbligata per Donadoni che studia Sarri e risponde con una squadra allo specchio, sì, ma che va al doppio della velocità. Oggi non è un dramma: si può recuperare. D’accordo, polmoni e gambe non reggono, ma la prima sostituzione dopo il 3-0 (Destro-bis al 15’ s.t., complici Reina e Hamsik) è inspiegabile. O meglio, si spiega con il fatto che il Napoli ha finora il miglior «undici» ma poche alternative tecnico-tattiche"