La Gazzetta dello Sport scrive su Maurizio Sarri: "Le formazioni non si mandano più a memoria come filastrocche, ma ai tifosi del Napoli sembra di essere tornati indietro a qualche tempo fa: la squadra azzurra, infatti, si è presentata in campo 3 volte su 7 con gli stessi undici in questo avvio di campionato e, forse non a caso, quelle 3 partite le ha vinte contro avversarie del calibro di Lazio, Juve e Milan. Il motto «squadra che vince non si cambia» sembra passato di moda, però da queste parti le cose vanno diversamente e Maurizio Sarri appare intenzionato a riproporre anche domenica contro la Fiorentina la stessa formazione ammirata a San Siro. Per questo motivo spera di recuperare Insigne, che martedì alla ripresa degli allenamenti dovrebbe aggregarsi al gruppo, e di non avere brutte sorprese dai calciatori impegnati con le nazionali. Se saranno tutti a disposizione, giocheranno ancora i «titolarissimi». Un neologismo coniato da Mazzarri, ma reinterpretato da Sarri. Paradossalmente, una gara svolta in tal senso è stata quella vinta a Varsavia in Europa League con ben sette cambi rispetto al successo sulla Juve. Quella sera in Polonia anche i vari Gabriel, Maggio, Chiriches, Valdifiori, Lopez, Mertens e Gabbiadini hanno compreso quanta fiducia l’allenatore riponga in loro e di contro Sarri ha capito di poter fare affidamento su alternative di valore che hanno già assimilato i concetti del tecnico. Sarri non rinuncia mai (in campionato) al Pipita, ma neppure ad alcuni fedelissimi: Reina è una certezza, Albiol il leader della difesa, Hysaj il jolly che può giocare su entrambe le fasce. Con il 4-3-3 sono diventati imprescindibili Ghoulam, Callejon e Jorginho. Più si gioca insieme, più aumenta la conoscenza: un altro dettaglio da non sottovalutare anche perché ci sono ancora degli schemi da mandare a memoria. Come una filastrocca"