di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85
Monologhista e comico dalla battuta british-romanesca che ti coglie nel segno senza mai scadere nella volgarità. E’ questo il punto di forza di Massimo Bagnato, volto noto di “Quelli che il calcio” e voce del programma “A qualcuno piace Cult” in onda su radio 1. La sua fede per la Roma ha pochi eguali, tanto che durante l’intervista rilasciata in esclusiva ai nostri microfoni, dà vita ad un vero e proprio show con il collega Savino Zaba di fede juventina. Attimi di grande comicità, ma anche di storia calcistica e commozione quando si tocca l’argomento legato alla morte di Ciro Esposito. Ecco il racconto di Massimo romanista doc ai nostri microfoni.
Cosa significa per te Roma-Napoli? “Tengo a precisare che per me sarà una levataccia seguirla alle 12.30 per quelli che il calcio (ride ndr), ma con il calcio d’oggi devi abituarti a certi ritmi. Di questa partita ho vari ricordi come ad esempio il pareggio al San Paolo con gol di Pecchia in extremis, poi la domenica dopo vincemmo lo scudetto contro il Parma. Roma e Napoli hanno due grandi tifoserie, sogno un nuovo gemellaggio perché queste due città non possono essere divise. Sono due realtà che per storia, cultura e arte devono andare a braccetto”
C’è un Roma-Napoli che ricordi più delle altre? “Sicuramente l’ultima al San Paolo dove il Napoli ci dominò per tutta la gara e poteva vincere con un risultato davvero più ampio. Preferisco però ricordare meglio la punizione di Pjanic che ci fece vincere all’Olimpico un anno fa”.
Come hai vissuto la tragedia di Ciro Esposito? “E’ un qualcosa che va al di là del calcio. Ciro era un ragazzo illuminato dai sani principi di vita e dello sport. Sua mamma ha lanciato un messaggio importante: certe tragedie non devono ripetersi mai più. Ricordo che ero rientrato a casa per gustarmi la finale di Coppa Italia ma questa terribile notizia fece andare tutto in secondo piano”.
Per la sua ironia pungente, vedresti bene Benitez in un tuo spettacolo? “Come no! Mi ha fatto morire quando l’ultima volta ha dato vita a quel siparietto con Massimo Mauro non ricordandosi delle sue scuse. Rafa ha la faccia da bonaccione, ma è una persona intelligente. Il suo stile british è fantastico. Quando era a Napoli, mi divertivo a prendere in giro Mazzarri perché accampava sempre scuse ad ogni sconfitta. Non ti nascondo che quando Benitez si è lamentato degli arbitri, ho pensato che qualche virus nell’aria di Mazzarri nello spogliatoio del Napoli ci fosse ancora”
E Rudi Garcia? La partita contro la Juve a Torino è stata una iattura “Garcia si è italianizzato come Benitez parlando degli arbitri. Quella battuta sullo scudetto dopo la gara contro la Juve è stata fatta per caricare l’ambiente. Non oso immaginare cosa sarebbe successo se Rudi fosse stato allenatore del Napoli e avesse parlato di scudetto sicuro. Lo dico perché i napoletani sono straordinari e soprattutto scaramantici. Non a caso ricordo uno dei miei film preferiti ossia “Non ti pago” di De Filippo. Napoli è una città ricca di storia e talenti per citarne alcuni dico Troisi e Pino Daniele ma potrei dirne altri ancora”
Hai mai lavorato con De Laurentiis. Che tipo è? “Ho fatto qualcosina con lui. L’ho conosciuto personalmente grazie a Lillo e Greg. Entrambi siamo molto legati ad un caro amico che ora non c’è più. Parlo dell’avvocato Vittorio Bettoni. Una cosa che mi ha divertito di Aurelio, è stato il fatto che inizialmente scriveva senza interlocutore su twitter perché non aveva capito il meccanismo del social. L’ho preso in giro bonariamente per questa cosa. De Laurentiis è uno che ama Napoli ed ha fatto sempre bene spendendo soldi per portare campioni come Cavani e Higuain. A proposito, Gonzalo qualora non ti troveresti più bene vieni a Roma (ride ndr)! Noi qua abbiamo speso soldi per giocatori normali, Higuain merita l’ingaggio che ha”
Fatte le debite proporzioni, si può dire che Totti sta a Roma come Maradona a Napoli? “Direi di si. Maradona-Napoli è un amore infinito o di più: eterno. Lo stesso per noi . Totti per i romani è uno di famiglia. E’ una persona che non si dà arie e fa tanta beneficenza”
A cosa rinunceresti per vedere la Roma in Champions l’anno prossimo? “Rinuncerei a vedere partite di Europa League ed anche ad uno scudetto...”
E per fare scoppiare la pace fra napoletani e romani? “Ho una sciarpa del Commando ultrà dagli anni 80. Ha un valore affettivo per me unico perché mi ha accompagnato per tutta la mia vita al fianco della Roma. Bene, darei questa sciarpa dal valore inestimabile ad un napoletano in cambio di una sciarpa altrettanto storica affinché si possa ritornare a stare insieme come accadeva qualche anno fa con il derby del Sole”
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