De Laurentiis: "Higuain voleva farmi cedere Callejon, ma io non accetto ricatti! Volevo Allegri e accettò, la verità sull'addio di Benitez"

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De Laurentiis: Higuain voleva farmi cedere Callejon, ma io non accetto ricatti! Volevo Allegri e accettò, la verità sull'addio di Benitez

Aurelio De Laurentiis, presidente del Napoli, ha rilasciato un'intervista fiume ai microfoni di deportes.elpais.com, ecco quanto tradotto in anteprima da CalcioNapoli24: 

Quando ho iniziato in questo mondo non ne avevo idea. Ma i primi due anni ho investito 120 milioni di euro. In Serie B ho iniziato a recuperare, e il primo anno in serie A è stato già pagato l'investimento.

 Quando abbiamo messo in vendita 4.900 per il Bernabeu sono stati completati in 45 minuti.

Vorrei acquistare un club spagnolo, credo in un modello del club al 100% gestito come un'azienda. Vorrei una Serie A solo di squadre in grado di generare pubblico e conti in ordine. Ho un'idea del calcio come la pellicola si basa sul pubblico. 

Ho voluto importare regole dal cinema, ho voluto contratti cinematografici. Sono l'unico al mondo che ha i diritti di immagine di tutti i miei giocatori. Quando ho comprato Higuain è stato molto complicato, perché il Real Madrid detiene solo il 50% dei diritti. 

Perchè? I giocatori non hanno alcuna formazione giuridica e non capiscono i contratti. Né hanno una formazione aziendale, quindi cosa li tengono a fare loro. Ma io non capisco come lo sport consenta alle aziende di negoziare direttamente con loro. I ragazzi hanno un contratto con il club, quindi dovrebbe negoziare direttamente il club. Non è assurdo? Così ho capito che il 99% dei club non sono strutturati come aziende, sono gestiti dai dipendenti, che hanno una cultura molto diversa. 

A volte i media creano eroi in una squadra, ma non sempre quegli eroi sono in grado di sopportare quel peso e quell'identità culturale. Sono ragazzi giovani e a volte possono rovinarsi. 

Su Higuain: Aveva una clausola rescissoria (90 milioni di euro), quindi se c'è è qualcuno abbastanza pazzo o interessato da pagare, non dico niente. Ma ci sono altri giocatori che si impegnano e vengono considerati come parte della mia famiglia e io mi sento come un loro genitore. Coloro che non lo sono, meglio venerdli ogni tre anni. 

Ha fatto uno dei suoi anni migliori. Ma abbiamo perso anche la seconda qualificazione alla Champions perché non ha segnato il rigore decisivo.

Ci frequentavamo poco personalmente, non andavo a cena con lui. Ma conoscevo la sua famiglia molto bene, e devo dire che è esemplare, con un padre straordinario. Poi c'era il fratello che mi ha sempre detto: "A Higuaín non piace a giocare con Callejon, compra altri giocatori." Non l'ho mai ceduto perché amo Callejon. Così gli ho rinnovato il contratto di quattro anni. Io non sono un uomo che si fa ricattare". 

Benitez? Eun grande allenatore. Molto preparato nel calcio, ma confonde quello inglese con quello spagnolo e l'italiano. Questo è il suo punto debole. Egli è estremamente innamorato di una città in cui sono nati i Beatles. Ma a parte questo non so cosa c'è ... io ho vissuto a Madrid per molto tempo, anche a Barcellona. Ma Liverpool?

Con Benitez firmai ma a quel tempo, in realtà, mi sarebbe piaciuto portare Massimiliano Allegri (attuale allenatore della Juventus). Ne ero innamorato, quando ero a Milano un giorno gli ho chiesto di venire. L'ho chiamato mese dopo mese, ma mi ha detto che dovevo aspettare. Così ad un certo punto abbiamo pensato a Benitez, siamo andati ad incontrarlo a Londra e ci è piaciuto. E ' sembrato un napoletano, era gentile, ci ha invitato a mangiare... così firmammo il contratto. E quando torno a Roma, Allegri mi chiama e mi dice: "Presidente, io posso." Comunque ...

Come è finita con Benitez? Aveva un'opzione per un altro anno. Mi disse che la moglie e le figlie lo avevano sostenuto a Liverpool. Ho detto: "Rafa, ho fatto 400 film, ho tre figli, tre nipoti ... e mia moglie non mi ha mai detto nulla, perché devi prenderti un mese per andare fuori? Questo non è mio, ma un tuo problema".  Così gli offrii una villa a Roma in fitto con grandi scuole, americane... con i cavalli per una delle sue figlie, che amava a andare a cavallo. L'altro chiedeva il violino... E gli ho detto che potevo andare ogni volta che lo volevano a Napoli, perché è un'ora di treno. Mi ha risposto che non volevano lasciare l'Inghilterra. Ho detto, "Caro Rafa, puoi esercitare l'opzione e restare". Sentii che la cosa era forzata. 

Abbiamo perso una partita contro il Bilbao stupidamente che ci ha buttati fuori dalla Champions... non dico che lo ha fatto artatamente. Ma forse la sua mente era altrove, o voleva andare in un'altra squadra. Ci sono cose che le persone non conoscono.

Non lo poteva tenere un terzo anno. Ero felice per lui. Ma chi firma per il Real Madrid è in pericolo. Ci sono giocatori, stelle viziate, che si mettono contro l'allenatore e così si possono condizionare le prestazioni.

E' difficile fare il presidente a Napoli, nell'ombra di Maradona? No, è un onore. E 'come quando ho fatto il mio primo film con Alberto Sordi. Ieri ho visto in TV tutte le partite tra Napoli e Roma all'Oimpico dal 1979 al 1990. Il Napoli ha perso sempre, anche quando c'era Maradona.. Ricordo ancora i volti di Malago figlio e padre quando abbiamo vinto la prima volta nel loro stadio. L'ombra di Maradona è un privilegio. Ma bisogna essere sinceri, il Napoli non ha vinto molto nella sua storia. Ha avuto grandi giocatori, ma ha avuto per la maggior parte Maradona. Nei miei 12 anni di gestione, Napoli è l'unica squadra italiana che ha trascorso sette anni di fila in competizioni europee. Ho conti in ordine ed è una grande squadra. Ma essendoci stato Maradona, sembra che io non ho fatto nulla (ride ndr). 

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