Da Cannavaro che arrivò coi capelli e andò via senza, al doppio 'sgarro' della Juve, passando per il mental coach di Di Francesco

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Da Cannavaro che arrivò coi capelli e andò via senza, al doppio 'sgarro' della Juve, passando per il mental coach di Di Francesco

di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)

Da dove partiamo? Sicuramente da Paolo Cannavaro, uno che Napoli ce l’ha dentro e pure fuori. Una delle ‘icone’ del nuovo Napoli, quello che è ripartito circa undici anni fa con Aurelio De Laurentiis. Uno di quelli che arrivò con la cresta e che andò via ‘senza capelli’. E’ la prima volta che tornerà al San Paolo da avversario, dopo l’ultimo addio al Napoli. L’emozione sarà alle stelle, basterà guardare la Curva B, come faceva ad ogni ingresso in campo, per far sentire addosso i brividi di una vita intera. Lui prima di tutti, ma subito dopo c’è Totò Floro Flores. Stesso quartiere di Paolo, nato e cresciuto alla Loggetta, a pochi passi dal San Paolo. Tornerà a casa, lui che lasciò Napoli rifiutando un contratto in Serie C, dopo il fallimento con Salvatore Naldi. Preferì il Perugia, all’epoca società in salute. Tante volte fu ‘ri’accostato all’azzurro Napoli, ma non ci furono le condizioni per rivederlo sfrecciare al San Paolo. Poi c’è il Polito, Ciro. Mai indossato la maglia del Napoli, lui che è nativo della stessa città. Anzi, è cresciuto calcisticamente nella Salernitana. Ad oggi rappresenta una sorta di rinforzo per lo spogliatoio, è uno dei punti di forza di Di Francesco che l’ha quasi mai schierato, ma ne trae beneficio sotto l’aspetto di ‘gruppo’.

I QUASI AZZURRI – Il primo è Simone Zaza, uno dei tanti rammarichi della società azzurra che provò a prelevarlo dalla Samp qualche anno fa (clicca qui per leggere la nostra esclusiva). Bigon e soci sapevano bene che quel ragazzo con la ‘cresta’ avrebbe fatto così bene nella sua carriera. Il Napoli ci mise su le mani, ma alla fine la spuntò la Juve che, con un guizzo in extremis, lo soffiò ai concorrenti. Poi c’è Domenico Berardi, altro talento in forza al Sassuolo. Il Napoli pensò a lui due estati fa, provò a convincere i dirigenti neroverdi a cedere almeno la metà del cartellino, poi la solita storia. La solita Juve. Piombò in Emilia Romagna coi soldi cash ed acquistò quella metà di cartellino che tanto piaceva al Napoli, per 4.5 mln di euro. Perché Floccari? Che rifiutò di venire a Napoli e preferì il Genoa? Non solo. Anche Consigli fu letto sul taccuino di Bigon, un po’ di anni fa, quando De Sanctis iniziò a dare segnali di ‘cedimento’.

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