Chi l'avrebbe mai detto che festeggiare il compleanno poteva essere una delle poche soddisfazioni di un'intera stagione? Poco più di un anno fa, il 24 marzo, scoccava la scintilla tra Aurelio De Laurentiis e Mirko Valdifiori. I primi contatti con l'agente Mario Giuffredi, i primi contatti con il presidente Fabrizio Corsi. L'offerta da sei milioni di euro, la decisione di andare via da parte di Riccardo Bigon sopravanzato dal suo stesso presidente. La clausola che ha rischiato di far saltare l'intero affare. A distanza di un anno, il 21 aprile 2016, il trentesimo compleanno di Mirko Valdifiori non è quello dei più felici.
Ritorniamo un attimo al 19 giugno, il giorno prima della firma. Valdifiori definisce l'affare ai microfoni di Sportitalia: "E' tra i giorni più belli della mia vita, domani sarà bellissimo entrare a Castel Volturno. Darò il massimo in campo e per questa squadra. Sono contento per quest'esperienza: credo sia stato il destino a portarmi qui a Napoli". Destino beffardo, potremmo definirlo così. Ma alzi la mano chi pensava che Valdifiori, allenato dal suo mentore Maurizio Sarri, avrebbe incontrato un'annata contornata da luci, ombre e panchina.
15 luglio, prima conferenza stampa di Sarri a Dimaro: "Valdifiori è un giocatore importante come lo è Jorginho, non so al momento chi può giocare". Già allora, un primo dubbio si era insinuato all'interno della testa del mister. Chi scende in campo? Le statistiche parlano da sole, i numeri di Mirko sono implacabili: 1253 minuti totalizzati in 15 partite, dieci panchine consecutive in campionato e ventisette nelle ultime ventinove (ventisei più una non convocazione, per completezza: ventisette sono le panchine totali). Dal 26 settembre ad oggi ha giocato 180 minuti in Serie A (Jorginho assente), a fronte di altri 795 in sette partite tra Europa League e Coppa Italia.
Nel giro di un anno si sono succedute dichiarazioni su dichiarazioni da parte dell'agente Mario Giuffredi, che parla sempre in modo molto chiaro e senza troppi giri di parole. Queste sono soltanto alcune delle sue parole, e danno un po' l'idea di come sia cambiata l'accezione di questa stagione:
4 settembre: "Deve accettare i giudizi negativi, ma ci ricorderemo di chi lo sta criticando. E' tra i meno peggio di questo Napoli" (CLICCA QUI);
24 settembre: "Non ha la fiducia di Sarri. Critiche giuste, col tempo si riprenderà" (CLICCA QUI);
4 novembre: "Mirko vittima di un Napoli che stentava: è convinto di riprendersi la maglia da titolare" (CLICCA QUI);
10 dicembre: "Siamo delusi dal modo in cui sono andate le cose. Per ora sta bene a Napoli, ma dovesse arrivare un'offerta..." (CLICCA QUI);
5 marzo: "A Napoli è felice, ma se il Milan dovesse cercarlo saremo pronti al trasferimento" (CLICCA QUI);
14 aprile: "Non vuole fare più la comparsa, a giugno faremo valutazioni" (CLICCA QUI).
Insomma, il pattern delle parole di Giuffredi segue un cammino ben preciso: a 30 anni, alla seconda stagione in Serie A, giocare così poco non piace a nessuno. Nemmeno allo stesso Valdifiori, che non ha parlato tantissime volte in questa stagione:
il 12 ottobre a SKY dichiarava "Jorginho? Ben venga il dualismo. Sarri ha detto che partivamo alla pari, chi pensa che sia arrivato a Napoli e debba giocare per forza perchè uomo di Sarri finisce con lo sbagliare. Io lavoro per farmi trovare pronto quando verrò chiamato in causa",
il 15 gennaio a E' Azzurro "Voglio diventare importante per questa squadra, il presidente De Laurentiis mi ha cercato personalmente e devo ricambiare la sua fiducia";
l'11 marzo ai media locali "Sarri? Rispetto le scelte del tecnico. Giocare 5 minuti o 90, l'importante è farsi trovare pronti. Io cerco di metterlo in difficoltà negli allenamenti. E' ovvio che uno vorrebbe sempre giocare, ma capitano le annate così. Vado avanti a testa alta. Ho un contratto a Napoli, sto bene qui e spero di restare a Napoli il più a lungo possibile. E' presto per i rumors, non c'è altro da aggiungere".
A rileggere tutte queste frasi (fa sorridere anche Sarri che, il 17 settembre, diceva dopo Napoli-Bruges "Vedo un po' sacrificato Higuain nel 4-3-3"), col senno di poi, il discorso sembra abbastanza chiaro. Ma spesso, e soprattutto nel calcio, le cose non seguono un cammino preciso. In fondo Jorginho l'anno scorso non l'avrebbe tenuto nessuno, e guardate dov'è ora. Peccato, però. Squadra che vince non si cambia, e Sarri questo detto l'ha fatto suo. I risultati gli han dato ragione, con buona pace di Valdifiori. Buon compleanno, sì, ma scommettiamo che l'avrebbe voluto passare diversamente.
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