di Fabio Cannavo (Twitter: @CannavoFabio)
“E chi è Giuntoli?” vi starete chiedendo. Parecchi giornali, da un paio di giorni, accostano il suo nome al Napoli, al posto dell’ormai dimesso Riccardo Bigon, diretto a Verona, sponda Hellas. Cristiano Giuntoli è il direttore sportivo del Carpi, società modenese promossa in A dopo una stagione più che miracolosa. A quanto pare sarebbe stato proprio mister Sarri, prossimo alla firma sul contratto che lo legherà al Napoli per i prossimi due anni, a fare il nome del diesse della favola Carpi a De Laurentiis. Il profilo è di quelli che s’integrerebbe a meraviglia nel sistema Napoli. Accetterebbe, senza batter ciglio, l'incarico in azzurro senza il potere di firma, cosa che ha contraddistinto Bigon in questi anni, alla base delle intenzioni di De Laurentiis. Giovane, ma sfrontato, coraggioso. Senza peli sulla lingua. Ma più che altro, abituato alla politica del ‘risparmio’. Il suo lavoro a Carpi è stato clamoroso proprio per questo motivo, la società romagnola aveva stanziato per la stagione di B un budget limitatissimo, il più basso della categoria: per gli stipendi dei calciatori sono stati messi a disposizione circa 3 milioni di euro. Per lo staff tecnico, invece, 750mila euro. Giuntoli si sentirebbe subito a casa. Fare tanto con poco a disposizione, sta in questo tutta l’abilità del personaggio ch’è sempre più vicino all’azzurro. La sua storia è di quelle particolari. Aglianese di nascita, in molti lo paragonano a Sartori, diesse dell’Atalanta accostato al Napoli prima che venisse fuori il nome di Giuntoli. Da calciatore ha trascorso tutta la sua carriera in Liguria con le maglie del Savona, dell’Imperia e della Sanremese, prima del passaggio in C al Prato. Da dirigente, invece, ha già raccolto i primi importanti frutti del suo lavoro. Giuntoli sarebbe già un esperto di promozioni: una l’ha ottenuta col Savona dalla D alla C, un’altra con lo Spezia in B e le tre consecutive col Carpi.
LA STORIA – Se Giuntoli è al Carpi deve dire grazie a Giandomenico Costi, vice allenatore della stessa squadra. I due si incontrarono negli Stati Uniti, quando Costi allenava in Serie B degli Usa. Il Costi, negli anni successivi, gli propose di seguirlo a Carpi e visto che la situazione di Giuntoli a Savona sembrava fosse arrivata al capolinea arrivò la firma con la società del presidente Bonacini. Pochi mesi e arrivò una nuova proposta: “Vuoi diventare il nostro nuovo diesse?” chiese il presidente a Giuntoli. Non ci fu un attimo di esitazione, subito il sì e la scalata verso la A. Già prima che il Carpi arrivasse in B arrivarono proposte per strappare il giovane direttore alla dirigenza romagnola da squadre importanti che militavano in Serie B. Ma lui decise di continuare col Carpi, sentiva sarebbe arrivato in alto.
IL MIRACOLO. PERCHE’? – “Io prendo ragazzi gratis dai Dilettanti. Li scelgo grossi e pesanti, oppure piccoli ed agili: in un’orchestra servono i tromboni e i violini. Ma soprattutto li scelgo affamati. Chi più della gioventù che milita nelle serie inferiori può esserlo? La nostra parola d’ordine è ‘sacrificio’”. Esordì così Giuntoli alla sua prima di B, nelle vesti di diesse, in questa stagione. Motivò la scelta di optare per ragazzi presi in Serie D in questa maniera. I fondi erano pochi e il Carpi non avrebbe sostenuto grosse spese sul mercato. L’attuale valore della rosa del Carpi, come sostiene Transfermarkt.com, è di circa 17 milioni di euro, quasi quanto uno stipendio annuale di Messi o Ronaldo. Arrivato l’estate scorsa, dallo Spezia, per soli 100mila euro, il centrocampista Lollo, autentica rivelazione della stagione. Antonio Di Gaudio e Kevin Lasanga, provenienti dal Castelfranco Emilia e dall’Este. Non solo. Giuntoli è stato bravo a vedere qualcosa di positivo nei giovani Gabriel (in prestito dal Milan), Inglese (Chievo) e Struna (Palermo). Tutti in prestito. E poi il grande colpo, a parametro zero. Jerry Mbakogu dal Padova che ha portato il Carpi in Serie A a suon di goal. A quanto pare il suo cartellino sarebbe salito fino al valore di 8 mln di euro e svariate società di A ci avrebbero messo gli occhi su. La meritocrazia paga. Così come per Sarri, varrà anche per Giuntoli?
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