di Ciro Novellino
Due talenti, due giovani 'profeti in patria'. Due calciatori che hanno seguito un percorso di crescita simile l'uno con l'altro, con tutte le difficoltà del caso. Lorenzo Insigne e Marco Sau hanno incrociato il proprio destino e l'hanno fatto a Foggia, con Zeman che li ha fatti consocere al grande pubblico. Hanno deliziato la platea pugliese e l'Italia intera con una stagione da incorniciare: 20 gol per il sardo e 19 per il napoletano.
Il sardo, classe '87, si è ritrovato con Zeman, dopo un periodo travagliato della sua carriera calcistica che lo stava portando al baratro. Figlio del vivaio del Cagliari, cresciuto a pane a pallone, 'Pattolino', così veniva chiamato nella sua infanzia, poteva vestire la maglia del Foggia a titolo definitivo, ma non avendo versato le fidejussioni per il riscatto, Cellino decise di mettere in mora il club dei 'Satanelli' e si riprese il calciatore. Da lì il prestito alla Juve Stabia dove ebbe l'exploit decisivo per la svolta, con gol da favola, soprattutto a Genova contro la Sampdoria, che gli vale il premio per il gol più spettacolare del campionato di serie B 2011-12. Cagliari è casa sua e il ritorno in maglia sarda lo rende felice, nonostante la parentesi più che positiva in terra stabiese. La Nazionale, poi, il sogno raggiunto grazie a Prandelli. Un metro e settanta e poco più, faccia da bravo ragazzo, fisico brevilineo e i piedi delicati (Zola rimane un mito sull'isola, ma anche Cossu può ascriversi nella categoria dei giocatori fantasiosi non propriamente alti).
Il napoletano, classe '91, di 4 anni più piccolo, è talento nostrano. La sua classe è infinita, la sua napoletanità l'arma in più. Problemi o meno di rinnovo, suda la maglia azzurra e si è anche sbloccato. I gol a ripetizione dell'ultimo periodo lo hanno ringalluzzito, sciorinando prestazioni degne del suo talento. Frattamaggiore la sua terra, la sua casa, i suoi affetti, la maglia azzurra il suo cuore.
Due amici, nemici che in questa sfida hanno fatto gol una sola volta e anche nella stessa partita dell'aprile 2013, un rocambolesco 3-2 per gli azzurri con Sau che sigla il 2-2 e con Insigne che, in maniera fiabesca, regala i tre punti alla sua squadra nel recupero. Due bandiere, del calcio napoletano e del calcio sardo, due ragazzi in grado di sfondare altrove per diventare profeti in patria nel momento giusto e con tanto di fascia da capitano sul braccio.
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