'Fatal Verona', lo scherzo del destino...

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'Fatal Verona', lo scherzo del destino...

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di Bruno Galvan. Twitter: @BrunoGalvan85

Obiettivo secondo posto. E’ questo il diktat che Rafa Benitez ha lanciato in questo girone di ritorno dove il Napoli, nonostante il passo falso di Palermo, corre di più di una Roma sempre più affaticata e distratta da voci di mercato in vista dell’estate. L’incrocio di giornata propone Verona-Roma e Napoli-Sassuolo. Appena pronunci la parola Verona, oltre ricordarci dello striscione storico “Giulietta è na zoccola” partorito in risposta a striscioni razzisti da parte della curva scaligera che espose senza vergogna sia un “Lavatevi” e poi un “Benvenuti in Italia”, i napoletani non dimenticano la ‘Fatal Verona’ che permise al Napoli di vincere il secondo scudetto ai danni del Milan che uscì sconfitto dal Bentegodi con non poche polemiche arbitrali al fischio finale. Ironia della sorte quella partita si giocò il 22 aprile 1990, oggi è il 22 febbraio. Agli amanti della smorfia e della scaramanzia non sarà sfuggito certo questo ‘piccolo’ dettaglio.

Gli ingredienti, almeno iniziali, ci sono tutti. La Roma è scoppiata proprio come quel Milan. Il Verona dalla sua si gioca tutto dopo un periodo decisamente negativo. Mandorlini è a rischio e vorrà regalare una vittoria ai suoi tifosi che nella Roma hanno una rivale storica da tempo. Tutto però dipenderà come al solito solo dal Napoli. Se la squadra di Benitez avrà l’approccio giusto come Trebisonda ci sarà poco da fare per il Sassuolo che, a differenza delle squadre medio-piccole, gioca e lascia giocare molto gli avversari. Un aspetto che potrebbe avvantaggiare le caratteristiche degli azzurri.

Si parlava di amarcord e della ‘Fatal Verona’, ma il discorso non può non comprendere anche Paolo Cannavaro alla sua prima da ‘nemico’ in quel suo regno chiamato San Paolo dove ha portato con orgoglio la fascia da capitano. Le scalette che portano sul rettangolo verde di Fuorigrotta saranno diverse, quasi più alte e lunghe del solito. L’emozione ci sarà così come la voglia di dimostrare che in questo Napoli poteva starci ancora, anche da gregario. Storie di ricordi, di emozioni lunghe 700 chilometri. Da Verona a Napoli, passando per Sassuolo: la speranza passa ancora dal Bentegodi, sulla strada per Napoli c’è da battere due figli della nostra città come Paolo e Antonio (Floro Flores). 

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